Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Uno scaldacqua costoso

Fonte: L'Unione Sarda
9 maggio 2016


Il boiler era finito addosso a una dipendente comunale - Due tecnici comunali condannati al risarcimento dei danni

 


I tasselli che tenevano lo scaldabagno non avevano retto e il pesante boiler da cinquanta litri era caduto addosso a una dipendente del Comune, ferendola e costringendola a un lungo periodo di malattia. Per questo incidente sul lavoro la Corte dei Conti ha condannato Antonio Piras e Giovanni Collu - il primo responsabile della squadra comunale di manutenzione, l'altro idraulico specializzato - a risarcire l'Ente dei soldi spesi per il periodo di malattia della dipendente. L'accusa pretendeva quasi 13 mila euro ma le prescrizioni decretate dai giudici hanno fatto scendere notevolmente la cifra: Piras dovrà pagare 4.516 euro mentre Collu verserà 881 euro. Il tutto con rivalutazioni e interessi.
I due lavoratori del servizio di Provveditorato del Comune erano finiti nel mirino della Corte dei Conti perché facevano parte della squadra manutenzione che, nel 2008, aveva installato uno scaldino per l'acqua a due metri e mezzo d'altezza nell'antibagno dell'ufficio.
L'accusa era nata dopo l'avvio di un procedimento penale per lesioni colpose (ancora pendente) aperto dalla Procura della Repubblica a causa di un incidente avvenuto il 21 ottobre 2008.
«La colpa», ha condiviso la Procura generale della magistratura erariale, «era consistita nella negligenza, imprudenza e imperizia ravvisate nella mancata adozione delle dovute cautele atte a garantire un ancoraggio sicuro e stabile dei tasselli al muro di tramezzatura, per il sostegno dello scaldacqua, che a causa di ciò si era staccato dalla sua sede e aveva colpito la dipendente».
Mentre stava per lavarsi le mani, la malcapitata era stata investita dallo scaldabagno da 50 litri, staccatosi dai supporti che lo tenevano a 2 metri e mezzo dal suolo. Portata prima a Is Mirrionis e poi al Marino, la donna era stata colpita alla spalla sinistra e aveva avuto necessità di un lungo periodo di cure.
«Erano stati evidenziati», ha proseguito l'accusa, rappresentata dal vice procuratore Mauro Murtas, «la mancanza di appoggio dell'estremità interna del tassello sulle parti strutturali del mattone di tramezzatura, veramente resistenti, e il gravare del peso quasi esclusivamente sull'intonaco». Per le assenze da infortunio il Comune aveva così dovuto pagare alla donna 12.905,11 euro tra il 2008 e il 2012.
Al termine del processo, la Corte dei Conti presieduta da Cristina Astraldi ha ritenuto Piras e Collu, difesi dagli avvocati Massimo Graziano e Maria Gabriella Pirisi, responsabili delle spese sostenute dal Comune ma ha dichiarato prescritte quelle sino all'ottobre 2009.
Francesco Pinna