Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Scuole, Comuni beffati Gli 8 milioni promessi erano già nelle loro casse

Fonte: L'Unione Sarda
2 maggio 2016

Sindaci contro il governo dopo il decreto sugli interventi negli istituti

 

Soldi veri? No, «spazi finanziari». Qualsiasi cosa siano, la differenza dal contante è chiara a tutti: per dire, provate a pagare l'idraulico in spazi finanziari. Gli 8 milioni di euro promessi dal governo per ristrutturare le scuole sarde rientrano in quella categoria inafferrabile: nessuno stanziamento nuovo, solo un'autorizzazione a spendere soldi che i Comuni avevano già in cassa e non potevano utilizzare. E i sindaci, che i conti li sanno fare bene, non esultano.
Il caso è quello del decreto firmato da Renzi mercoledì, che elenca i circa 1.500 enti locali italiani ammessi all'operazione Sbloccascuole: interventi sugli istituti per 480 milioni di euro. Palazzo Chigi ha annunciato la cosa con la consueta autostima, e un osservatore distratto può credere che siano nuovi investimenti. Che non sia così lo ha spiegato, con un post su Facebook, il sindaco di Bortigiadas Emiliano Deiana, fede Pd ma nessuna remora per criticare Renzi o altri Dem: «Si tratta di soldi dei Comuni, allocati negli avanzi di amministrazione, pagati dalle tasse dei cittadini di quelle comunità. Un gioco di prestigio contabile: il governo non eroga nemmeno un euro, ma autorizza i Comuni alla spesa».
Basta leggere il decreto, pubblicato su www.governo.it, per capire che Deiana non mente. In generale, nell'ambito delle regole sul pareggio di bilancio, per frenare il debito pubblico, ai Comuni non è concesso spendere gli avanzi di amministrazione oltre i limiti fissati dalla legge di stabilità. Per il 2016 la legge tiene fuori da quei limiti le spese di avanzi di amministrazione utilizzati per interventi di edilizia scolastica.
Non tutti però: solo quelli individuati con decreto del governo (quello appena firmato), per un totale di 480 milioni. In pratica lo Stato rinuncia a spendere quella somma, lasciando che a spenderla siano gli enti locali: questo è uno «spazio finanziario». Il decreto indica chi ne può approfittare, e per quali somme.
«È la morte dell'autonomia locale», protesta Deiana: «Lo devono decidere a Roma che la scuola è la priorità, quando magari una comunità ha bisogno di aggiustare una strada, un ponte?». Bortigiadas non è tra i 49 Comuni sardi beneficiati, ma il sindaco non parla per invidia: «Non abbiamo neppure fatto domanda, perché la scuola è a posto. Invece dovremmo intervenire sul cimitero, o sul dissesto idrogeologico. Ma su questo lo Stato non apre spazi. E i nostri 810mila euro di avanzo restano fermi».
Altri sindaci, pure in elenco, concordano col collega: «Sono ben contento di poter spendere quei 127mila euro», commenta da Castelsardo Franco Cuccureddu, «ma il problema del “bilancio armonizzato” è reale. La più grande fregatura che Padoan potesse dare alla Giunta, un meccanismo perverso». Pure più drastico Gigi Littarru (Desulo): «Questa è una grande bufala di Renzi, si prende meriti che non ha. Ci stanno sbloccando 339mila euro concessi dalla Regione nel 2012: è una buona notizia, rifaremo il tetto dell'istituto comprensivo, ma resta una presa in giro. Lo Stato dovrebbe semmai autorizzarci a spendere tutti i soldi che abbiamo in cassa».
Tra l'altro, riprende Emiliano Deiana, «Renzi penalizza la Sardegna: molti Comuni, come il mio, avevano già rimesso a posto le scuole grazie ai soldi della Regione. Il governo si è sovrapposto, senza coordinamento».
Giuseppe Meloni