Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Matrimonio nullo in tempi brevi

Fonte: L'Unione Sarda
26 aprile 2016


Gli effetti della riforma sulle cause del tribunale ecclesiastico - Inaugurato ieri l'anno giudiziario: 81 sentenze nel 2015, di cui 63 con esito positivo

 

Tempi dimezzati per ottenere un verdetto di nullità del matrimonio. E ancora: diminuzione delle cause pendenti (128 a gennaio, un anno prima erano 157), aumento delle cause concluse (81 nel 2015, 63 delle quali con esito affermativo), smaltimento delle cause arretrate. Sono i dati emersi ieri mattina nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del tribunale ecclesiastico regionale sardo, avvenuta nella sala conferenze del Seminario vescovile di via Monsignor Cogoni. A fare gli onori di casa c'era l'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, attorniato da una nutrita rappresentanza dei vescovi isolani. In sala, autorità politiche, civili e militari.
NUOVO CORSO A segnare il nuovo corso in materia di cause di nullità sono stati, da un lato, i lavori del Sinodo sulla famiglia e, dall'altro, soprattutto, un motu proprio di papa Francesco in base al quale, dall'8 dicembre scorso, non servono più due sentenze conformi per decretare che un matrimonio è nullo e restituire quindi ai ricorrenti lo stato libero. Un tempo, dopo la prima sentenza doveva d'ufficio intervenire un giudizio di secondo grado, che aveva tempi estremamente lunghi. Ora, salvo appello da parte di uno dei coniugi, di sentenza ne basta una, che per i casi meno controversi può essere emessa già dal vescovo o altrimenti dal tribunale ecclesiastico regionale.
ATTESE DIMEZZATE «In media, prima della riforma, per potersi risposare erano necessari circa tre anni e mezzo dall'introduzione della causa; ora poco più di un anno e mezzo», riassume il vicario giudiziale, don Mario Bucciero. «Una novità positiva - commenta Rosella Verardi, decana degli avvocati rotali sardi - anche se, finora, soltanto la Diocesi di Lanusei ha scelto di dotarsi di una struttura per affrontare le cause; tuttavia, nelle altre Diocesi, per le parti è comunque possibile ricorrere al vescovo». Molti aspetti sono ancora da chiarire: per questo, ieri mattina, a fare il punto sulla riforma era invitato a Cagliari un luminare del diritto processuale canonico, Manuèl Jesus Arroba Conde, docente alla Pontificia università lateranense e padre sinodale.
SUPERFICIALI E IMMATURI Bucciero, che di Arroba Conde è stato allievo, ha spiegato il ruolo dei tribunali ecclesiastici con «la necessità di prestare maggiore attenzione e manifestare più vicinanza alle persone ferite» e ha esaltato i risultati positivi: sei anni fa, la causa pendente più antica risaliva al 1999; oggi, «la causa pendente più antica pende dal novembre 2012 ed è particolarmente litigiosa». E se nel 2008 tra introduzione della causa e avvio della fase istruttoria passavano 14 mesi, oggi si è scesi a cinque. Nel merito delle sentenze, osserva Bucciero, «è confermato l'elevato numero di cause riguardanti l'incapacità ad esprimere un valido consenso, attestatosi al 74 per cento delle cause introdotte nell'anno passato». Che significa questo dato? «È venuta a mancare nelle giovani generazioni la conoscenza degli elementi essenziali e delle proprietà del matrimonio, unita a una sempre più diffusa superficialità e immaturità».
AVVOCATI Dopo l'intervento dell'avvocato Michele Cheri, difensore del vincolo, che ha spiegato come cambia il suo ruolo alla luce delle novità, ha parlato l'avvocato Alessandro Camedda, anche lui ex allievo di Arroba Conde: suo il punto sull'«esiguo numero di avvocati patrocinanti presso il tribunale ecclesiastico della Sardegna, appena nove, compreso il sottoscritto, patrono stabile». In media la parcella è di 3.000 euro, cui il cliente deve aggiungere 525 euro di diritti per il tribunale, ma per i non abbienti scatta il servizio gratis, «e da prima che una richiesta in tal senso arrivasse dal nostro amato Pontefice».
PROLUSIONE La densa prolusione di Arroba Conde ha ripercorso i principi che hanno informato i lavori dei sinodi del 2014 e del 2015 che hanno dato vita a una vera e propria “pastorale giudiziale”. Lo studioso ha infine richiamato un'esortazione contenuta nell' esortazione apostolica Evangelii gaudium , di papa Francesco: «Bisogna togliersi i sandali di fronte a quella Terra Santa che è l'altro».
Intorno alle 13 l'arcivescovo Miglio ha proclamato l'avvio dell'anno giudiziario 2016.
Marco Noce