Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

E al Lirico va in scena un'opera “ristretta”

Fonte: L'Unione Sarda
29 aprile 2008

Se di taglio si tratterà, sarà chirurgico e indolore. Almeno per gran parte del pubblico, che difficilmente si renderà conto della riduzione di 20 minuti (su un totale di quasi 4 ore) de La leggenda della città invisibile di Kitez e della fanciulla Fevronija . Se ne accorgeranno, semmai, quelli che abitualmente stanno dall'altra parte della ribalta . Cioè orchestrali e coristi del Teatro Lirico, che suoneranno una versione "Bignami" dell'opera di Nikolaj Rimskij-Korsakov. Il motivo? La rappresentazione completa costringerebbe agli straordinari gli artisti della Fondazione (l'orario normale giornaliero è di 3 ore e mezza, l'opera dura invece 3 ore e 50 minuti). Venti minuti di troppo, che dovrebbero essere moltiplicati per 9 (7 repliche e 2 prove) e che, per via di un particolare regime contrattuale, diventerebbero di colpo un esubero di 13 ore per i coristi e di 7 per gli orchestrali. Fin qui, niente di strano. Peccato che Sovrintendenza e Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) siano divisi sulla retribuzione delle ore di straordinario. La domanda dei sindacati: maggiorazione del 400 per cento del pagamento giornaliero (circa 100 euro). La risposta della direzione: l'aumento non può superare il 100 per cento. Ecco perché, per evitare che la querelle si concluda con proteste clamorose - vedi Barbiere di Siviglia a febbraio 2006, con orchestra in sciopero e opera accompagnata da un solo pianoforte - nelle stanze del Teatro Lirico circola l'ipotesi del taglio di venti minuti. Una soluzione che cancellerebbe di colpo il problema degli straordinari.«IPOTESI REMOTA» Il sovrintendente Maurizio Pietrantonio cerca di scongiurare lo strappo: «Per ora è una possibilità remota: domani ci sarà un'assemblea e spero che si trovi una soluzione. Per ora le richieste sono state esorbitanti. La nostra offerta (cioè gli straordinari al 100 per cento) è il massimo consentito dal contratto nazionale di lavoro». Anche perché in mezzo alle trattative è finito il rinnovo del contratto integrativo dei dipendenti, scaduto due anni fa. E anche in questo caso le due parti sono a distanza siderale (+ 15 per cento chiedono i sindacati, + 3 per cento offre la direzione). Ora gli stipendi degli orchestrali (circa 80) e dei coristi (altrettanti) partono da un minimo di 1.400 euro per arrivare a 2.200, con un massimo di 5 scatti di anzianità. L'aumento proposto costerebbe alla Fondazione circa 2 milioni di euro. La Sovrintendenza invece vuole trattare su una base di 500 mila euro. Il coordinatore delle Rsu spiega di non poter parlare di rinnovi e straordinari («non ho un mandato, dunque non posso rispondere alle domande dei giornalisti»), mentre Pietrantonio aggiunge: «Il nostro teatro è uno dei pochi ad avere il bilancio in pareggio da 4 anni, e questo ci consente di poter fare delle anticipazioni salariali, che abbiamo proposto ai sindacati. Non solo: grazie a questa condizione, nella quale si trovano solo poche Fondazioni, possiamo fare delle assunzioni a tempo indeterminato. Ne abbiamo fatto già 14. Le trattative sindacali sono il pane quotidiano. In questo caso però non ci è stato dato neanche il tempo necessario per esaminare le carte. Stiamo facendo enormi sforzi per tenere alta la qualità, siamo tra i pochi in Italia che riescono ad assumere in via definitiva e stabilizzano i precari». Le sforbiciate , al massimo, riguarderanno l'opera di Rimskij-Korsakov. MICHELE RUFFI