Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il risiko delle Province nella babele dei poteri

Fonte: L'Unione Sarda
22 aprile 2016

Al via la divisione delle competenze. E 26 centri cambiano territorio

 

 

Ecco come interagiranno con le Unioni comunali Regione, Province, Unioni di comuni e Città metropolitana di Cagliari: sono questi gli enti che amministreranno la Sardegna all'indomani della riforma. Una mappa che traccia i nuovi confini all'interno dell'Isola, che ritorna al passato con quattro Province. Cambiano territorio anche alcuni Comuni che hanno scelto la loro collocazione all'interno dei nuovi enti territoriali.
PROVINCE La riforma ne ha eliminato soltanto quattro, ossia quelle istituite nel 2001 con una legge regionale. Si tratta delle Province di Olbia-Tempio, Ogliastra, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano. Per ora ne rimangono quattro e sono quella di Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna, governate da amministratori straordinari. Questi enti sono destinati a scomparire se il referendum costituzionale di ottobre confermerà la riforma che le cancella. Per ora, sono chiamate a gestire scuole, strade e servizi ambientali. Le Province storiche sono tre perché quella del Sud Sardegna è il risultato della vecchia Provincia di Cagliari meno il territorio occupato dalla Città metropolitana. Per questo ente è stato deciso di non indicare un capoluogo.
LE ADESIONI Con il ritorno alle quattro province il territorio della Gallura ritorna a Sassari, l'Ogliastra in Provincia di Nuoro mentre Sulcis e Medio Campidano andranno nella Provincia del Sud Sardegna. In questo valzer di nuovi confini anche i Comuni hanno scelto dove stare: alcuni sono ritornati al passato mentre altri hanno optato per una nuova collocazione.
Bosa, Flussio, Laconi, Magomadas, Modolo, Sagama, Suni, Tinnura e Montresta vanno con Oristano, anche se nella vecchia suddivisione a quattro province erano nel territorio di Nuoro. Stessa cosa per Escalaplano, Escolca, Esterzili, Gergei, Isili, Nuragus, Nurallao, Nurri, Orroli, Sadali, Serri, Seui, Seulo, Genoni e Villanovatulo: questi centri hanno optato per la Provincia del Sud Sardegna anche se originariamente facevano parte di Nuoro e poi di Cagliari (tranne Seui che si trovava in Ogliastra) con la suddivisione a otto. Infine, Budoni e San Teodoro, dopo il passaggio dalla Provincia di Nuoro a quella della Gallura, faranno parte della Provincia di Sassari.
IL PARACADUTE Nonostante il traguardo della riforma sia arrivare a una Sardegna suddivisa in tre enti fondamentali (Regione, Città metropolitana e Unioni di comuni) il destino delle Province è incerto. Se la riforma costituzionale non dovesse passare, la legge prevede che questi enti rimangano in vita con un consiglio provinciale, formato da 10 o 12 consiglieri in base alla popolazione, scelti all'interno delle assemblee comunali.
CITTÀ METROPOLITANA Con un bacino di circa 450mila abitanti e 17 Comuni con Cagliari capofila, questo nuovo ente assume tutte le competenze della Provincia. Il sindaco metropolitano attualmente è Massimo Zedda, perché sarà sempre il primo cittadino del capoluogo ad avere questo ruolo.
Gli altri organi sono il Consiglio metropolitano, formato dagli eletti all'interno dei Consigli comunali e l'assemblea metropolitana, formata dai 17 sindaci. Per ora il consiglio è composto da 40 persone ma, dopo le prossime amministrative, sarà ridotto a 14.
UNIONI DI COMUNI Per il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l'assessore Cristiano Erriu, l'Unione di Comuni è l'ente principe. Molto è affidato a questo nuovo organismo al quale tutti i Comuni sono obbligati ad aderire e che deve avere un minimo di 10mila abitanti. L'obiettivo è arrivare alla gestione integrata di servizi, anche se è probabile che le Unioni di Comuni daranno vita ai cosiddetti ambiti territoriali strategici.
Di fatto si tratta di un accorpamento di più Unioni di Comuni per gestire servizi di area vasta. Ci sono, poi, Unioni di comuni rinforzate come la Rete metropolitana di Sassari. Per i centri con un minimo di 30mila abitanti è previsto lo status di Città media. L'unico Comune che non avrà l'obbligo di aderire a una Unione è Burcei, a causa della posizione geografica svantaggiata. Il Comune deciderà, attraverso convenzioni con altri Comuni o con la Città metropolitana, la gestione associata di servizi.
Matteo Sau