Rassegna Stampa

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Al via una nuova stagione referendaria, presto nuova consultazione sulle trivelle

Fonte: web sardiniapost.it
12 aprile 2016

 

Una nuova stagione referendaria è alle porte. S’incomincia il 17 aprile con la consultazione sulle proroghe alle concessioni che autorizzano lo sfruttamento dei giacimenti d’idrocarburi entro le 12 miglia dalle coste.

Ma proprio in questi giorni è iniziata la battaglia contro l’Italicum per l’abrogazione del premio di maggioranza previsto dalla nuova legge elettorale e delle norme che bloccano i capilista. Non solo: per l’autunno è previsto il referendum sulle riforme costituzionali introdotte dal governo Renzi. Ed è probabile che tra qualche mese la cittadinanza si rechi ai seggi per esprimersi nuovamente sulle trivelle. Il 9 aprile è infatti partita la raccolta firme per i referendum sociali, così sono stati definiti, sostenuti da Cobas, Cgil, Forum italiano dei movimenti per l’acqua e un’ampia fetta del mondo dei comitati che si battono contro inceneritori, trivelle. A differenza dei quesiti presentati dal coordinamento No Triv attraverso le regioni che hanno appoggiato la causa dei comitati del sud Italia, il nuovo referendum sulle trivelle punta a bloccare ogni attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sulla terraferma e in mare. Il quesito chiede infatti di abrogare l’articolo 4 delle “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale”. In pratica si tratta di cancellare i divieti vigenti nelle acque del Golfo di Napoli, di Salerno, alle Egadi e nel Golfo di Venezia, in maniera tale da bloccare ovunque le trivelle.

Qualora dovesse passare il sì, l’articolo 4 della legge 9/1991 suonerebbe così: “La prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi è vietata, fatti salvi i permessi, le autorizzazioni e le concessioni in atto”. In questo modo, dunque, la cittadinanza introdurrebbe una moratoria sulle attività connesse allo sfruttamento di gas e petrolio.

In tutto, i cosiddetti referendum sociali sono sei, tre dei quali riguardano la Buona scuola di Renzi. Il comitato referendario punta infatti ad abrogare le norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private, sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere, confermare e premiare i docenti e sull’alternanza scuola-lavoro.

Non manca poi un quesito che chiede il blocco del piano inceneritori varato dal governo con lo Sblocca Italia. E una petizione popolare per legiferare in materia di diritto dell’acqua e di gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato.

P.L.