Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«È una mina galleggiante» La commissaria Piras: un centro di potere al servizio di pochi

Fonte: L'Unione Sarda
11 aprile 2016

CAMERA DI COMMERCIO. Nove mesi sul filo del rasoio. Alla Fiera nessun licenziamento

 

«Il mio non è un ruolo politico, devo soppesare ogni parola». La prudenza verbale di Paola Piras è l'incubo dei giornalisti. L'unica attenuante è che dietro quelle frasi apparentemente piane si nascondono accuse pesantissime in un mondo squassato da inchieste giudiziarie e livori destinati a durare più a lungo delle radiazioni.
Professoressa di Diritto amministrativo e - dal 25 giugno 2015 - commissaria della Camera di commercio, fronteggia quotidianamente una guerra a bassa intensità fatta di sussurri, accuse velate, bastoni tra le ruote. Ex vice sindaca di Cagliari nella giunta Zedda, è stata nominata commissaria dal presidente della Regione Francesco Pigliaru. Ha messo le mani in una ragnatela di società pubbliche (24) strappando i fili uno dietro l'altro. La sua razionalizzazione ha quasi dimezzato il numero delle partecipate, riducendole a quattordici: «Lo imponeva la legge».
Le Camere di commercio sono un retaggio del passato?
«Potrebbero svolgere una funzione molto importante. Però ho trovato un sistema che andrebbe ripensato per rispondere agli interessi del territorio e non solo di alcuni. Di certo in Sardegna quella di Cagliari è l'unica che ha i numeri per sopravvivere con i requisiti imposti dalla riforma. Abbiamo fatto anche un accordo con Oristano per avviare una collaborazione».
È un carrozzone.
«Sto scoprendo che è un grande centro di interessi, commistione di poteri, un sistema complesso e difficile».
Stipendi folli?
«Quelli dei 73 dipendenti camerali sono in linea con il settore pubblico. All'Ente Fiera la situazione è diversa. Non voglio criminalizzare i dipendenti, hanno un contratto che a suo tempo i sindacati riuscirono a strappare. È molto più alto di quello di categoria, non ha eguali in Italia».
Quanto più alto?
«Tanto».
Come giudica la gestione di Giancarlo Deidda?
«Non era solo, con lui lavorava una Giunta. Comunque ho trovato una bella fetta di lavoro arretrato, c'erano diversi adempimenti - tra questi il bilancio e il piano di razionalizzazione delle aziende partecipate - rimasti in sospeso».
Da bocciare?
«Diversa da quella che io avrei portato avanti».
La scoperta più clamorosa che ha fatto?
«L'invivibilità del clima interno».
Un esempio?
«Ci sono diverse cose eclatanti ma che in questo momento sono coperte dal riserbo».
Giudiziario?
«Ho appreso che ci sono anche alcune inchieste». Ci sarà un aspetto che l'ha colpita più di altri.
«La dimensione immobiliare della Camera. Che ha la proprietà di tre palazzi nel largo Carlo Felice, uno intero in via Malta, alcuni immobili nel compendio fieristico e altri ancora».
Che senso ha possedere la società di gestione del più grande aeroporto sardo?
«Il senso è legato alla funzione che avrebbe dovuto avere la Camera. Questa esperienza mi ha consentito di capire sulla mia pelle quanti appetiti ruotino attorno alla Sogaer. Vedo che ci sono molte aspettative rispetto al destino della società».
Chi vorrebbe gestirla?
«Credo che le associazioni di categoria la guardino con molta attenzione».
Una cosa che l'ha scandalizzata?
«L'inconsapevolezza di tanti che l'essere un ente pubblico obbliga tutti a un grande rigore».
Le associazioni di categoria l'hanno usata come fosse loro?
«Tanti la definiscono la casa delle associazioni . Se significa far crescere il territorio è una definizione corretta, se viene considerato un ente da gestire con regole diverse da quelle proprie di un ente pubblico allora no, sbagliano».
Pressioni?
«La campagna fatta contro di me forse è stata la più evidente».
Da chi?
«Da chi aveva un interesse a farlo».
Con un tratto di penna ha chiuso l'Ente fiera licenziando 17 persone.
«In realtà il confronto è durato mesi, qualcuno ha pensato che con un braccio di ferro avrebbe impedito il cambio di passo. Gli stessi che sostengono la necessità di tenerla in vita nel corso degli anni hanno spesso dimenticato di saldare alcuni debiti con lo stesso ente. Comunque i dipendenti non saranno licenziati, c'è una trattativa in corso per salvare i posti di lavoro riportando gli stipendi dentro i binari del contratto nazionale».
Quante le assunzioni clientelari?
«Alla Camera si accede solo per concorso, a differenza delle società partecipate».
Quindi nelle società partecipate solo assunzioni clientelari?
«Di sicuro sono state fatte senza concorso».
Scusi la sintesi: quanti voti vale la presidenza della Camera di Commercio?
«Non ho idea dei numeri, ma è un grande centro di potere».
Ha consegnato documenti alla Procura della Repubblica?
«No».
Perché il presidente del Centro servizi, Cristian Atzori, si è dimesso?
«Ragioni personali. Così ha dichiarato».
Dicono che i motivi fossero altri.
«Mi attengo alle sue dichiarazioni».
Paolo Paolini