Rassegna Stampa

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“Niente canone e niente Mondiali”: le critiche al nuovo stadio

Fonte: web cagliaripad.it
8 aprile 2016

 

 


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Niente Mondiali o Europei, niente canone e troppi negozi. E per un progetto che appere sbilanciato a favore del privato. È in estrema sintesi ciò che rimprovera alla giunta il “fronte del no” al progetto del nuovo stadio presentato dal Cagliari Calcio che ieri ha incassato la dichiarazione di “pubblica utilità da parte del Consiglio comunale.

Tra questi c'è il consigliere Giovanni Dore che aveva esposto pubblicamente i propri dubbi prima della votazione e che oggi ha rincarato la dose. L'esponente di Sardegna pulita avrebbe preferito porre alla società alcune condizioni. E cioè: la riduzione degli spazi commerciali (che per legge devono essere “strettamente funzionali alla fruibilità dell’impianto ed al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa”), il computo di un canone di concessione e la riduzione del contributo comunale di 10 milioni e l’aumento della capienza a 30 mila posti secondo gli standard imposti dalla Uefa per gli Europei del 2024, in assenza dei quali a Cagliari non potranno più tenersi fasi finali né degli Europei, né dei Mondiali (come avvenuto nel 1990).

Duro che l’ex assessore all’Urbanistica e docente di Estimo Giampaolo Marchi nell’ateneo cittadino: “Il Sant'Elia, a costo di riproduzione deprezzato vale tra i 25 ed i 30 milioni di euro”, ha scritto su facebook, “7 ettari di parcheggi ed i sottoservizi (asfalto, illuminazione, reti idriche e fognarie, acque bianche.....) valgono 15 milioni di euro. Demolire lo stadio e smaltire il tutto costa tra i 5 ed i 10 milioni di euro. Sette ettari di terreno, con un indice di 5 mc/mq valgono cautelativamente (a 200 euro al mc) 70 milioni di euro. Si arriva ad un totale di circa 120. milioni di euro. Qualcuno mi spiega”, domanda polemico, “perché I nostri che si definiscono pubblici amministratori dovrebbe omaggiare tal valore al Cagliari Calcio per consentirgli di costruire uno stadio da 50 milioni di euro, pagandogli per giunta la demolizione del vecchio?”
Polemiche sono arrivate anche dal mondo del commercio del centro storico cittadino.