Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio e ritardi, la fuga degli sponsor

Fonte: L'Unione Sarda
9 aprile 2009

Le secche nelle quali si è fermato il progetto e come Torino ha superato i problemi

Così il Cagliari calcio perse i soldi dell'American express

La società non l'ha mai confermato ma pare che le trattative sulla gestione dei diritti fossero avviatissime.
Il Cagliari calcio non commenta ma, vedendo cosa la Juventus sta riuscendo a realizzare con la ricostruzione dello stadio Delle Alpi, certamente ripensa alle occasioni perdute negli anni passati. Perché se il progetto del rifacimento del Sant'Elia fosse stato approvato già nel 2000, quando il presidente Massimo Cellino per la prima volta chiese la cessione del diritto di superficie e una concessione valida per almeno sessant'anni, forse lo stadio-pilota sul modello inglese sarebbe stato proprio quello cagliaritano. E oggi la società rossoblù, che pure si distingue per avere i conti in ordine e una squadra che bussa ai primi posti della classifica di serie A, potrebbe contare su risorse certe per programmare un futuro stabile tra le grandi del massimo campionato. Questo considerando che il percorso della Juventus, che si realizza in questi giorni, partì solo nel 2002.
LA PRIMOGENITURA Non riguarda solo la richiesta del diritto di superficie, fanno sapere da ambienti societari, ma persino lo sfruttamento del “naiming right”, della costruzione della sede sociale e di un museo all'interno dell'impianto, oltre agli spazi commerciali. Senza scordare le condizioni favorevolissime che Cellino aveva spuntato al Credito sportivo. Oggi lo scenario economico è cambiato e il fatto che i rapporti tra società e sindaco non siano più idilliaci non contribuisce certo a sbloccare la situazione.
NAIMING RIGHT In soldoni (in tutti i sensi) si tratta dei diritti sul nome da assegnare allo stadio (sulla scorta di quanto fatto in Inghilterra dall'Arsenal, con l'Emirates stadium) e sullo sfruttamento degli spazi pubblicitari e dei palchi privati da realizzare all'interno delle tribune. La Juventus ha spuntato 75 milioni dalla società Fivesport, mentre il Cagliari (appena due o tre anni fa) aveva praticamente chiuso un accordo con la Infront, una società concorrente di quella che opererà a Torino e che pare ora si sia accordata con il Palermo per una gestione dello stesso tipo. Sembra addirittura, anche se non ci sono conferme ufficiali, che il nuovo stadio Sant'Elia si sarebbe dovuto chiamare “American express stadium”, visto che la prestigiosa società bancaria che opera nel settore delle carte di credito pare fosse arrivata a offrire 15 milioni di euro per acquisire questo diritto. Insomma, era tutto pronto. Tutto tranne l'accordo con il Comune di Cagliari per la cessione del diritto di superficie.
GARA E COMMERCIANTI A Torino il Comune ha assegnato il Delle Alpi e le aree circostanti alla Juventus senza passare per una gara (cessione del diritto di superficie per 99 anni, in cambio di 25 milioni di euro) e ha varato ben cinque deroghe al piano regolatore e commerciale per concedere alla società di realizzare vaste aree di vendita.
A Cagliari su questi stessi temi da dieci anni è in corso una telenovela: il primo a parlare della necessità di una gara fu l'ex sindaco Delogu, mentre l'amministrazione attuale non ha mai detto una parola definitiva sull'argomento. Per quel che riguarda gli spazi di vendita, ogni volta che se n'è parlato ci si è scontrati con la lobby dei commercianti, che ha parlato di attentato alla sopravvivenza di tanti negozi cittadini. Un problema che a Torino vivono in maniera opposta, visto che il sindaco Chiamparino ha chiarito che le mega-strutture che sorgeranno nello stadio Delle Alpi faranno concorrenza non ai negozietti ma agli altri centri commerciali e alla grande distribuzione in genere. C'è anche da dire che la questione è legata alla contropartita che la società dovrà pagare per ottenere il diritto di superficie: a Torino la Juventus ha infatti sborsato 25 milioni di euro per una concessione che durerà 99 anni.
PATRIMONIO E CONDIZIONI Più volte, nel botta e risposta a distanza, dal Comune sono arrivate anche obiezioni per quel che riguarda le questioni patrimoniali legate alle attività da inserire nel conto economico: «Lo stadio è iscritto per 40 milioni di euro», si è detto. A Torino valeva anche di più ma, dopo la concessione, si è deciso di ammortizzare la minusvalenza nei 99 anni della durata dell'accordo. Altra rimostranza è legata al fatto che il Sant'Elia è stato realizzato nel 1970 e ristrutturato nel 1990: «Buttarlo giù significherebbe sprecare soldi». Eppure a Torino il Delle Alpi, realizzato nel 1990, è andato in pensione dopo appena una dozzina d'anni.
ANTHONY MURONI

09/04/2009