Non saranno ricoperti ma valorizzati i ruderi romani davanti al palazzo Ersu
C'era una data: 29 marzo. Così racconta il cartello del cantiere. Per la riapertura del Corso Vittorio Emanuele bisognerà però attendere qualche giorno in più. Trenta per l'esattezza. La città sotterranea costruita dai Romani e poi ricoperta dalla Cagliari ben più moderna, ha rallentato i lavori di riqualificazione. Scoperta importante, ritardi inevitabili per consentire agli studiosi di capire il valore di quelle emergenze archeologiche riemerse durante gli scavi per i sottoservizi. Per il primo maggio, Corso finalmente libero. Sant'Efisio non può certo cambiar strada. I tozzetti di porfido che hanno già ricoperto parte del tratto stradale staranno alla larga, per ora, dai 150 metri quadri davanti al palazzo dell'Ersu dove sono spuntati i resti di un edificio monumentale romano.
GLI STUDI È qui che i ricercatori guidati da archeologa della Soprintendenza, Giovanna Pietra, stanno esaminando il sito per comprenderne il valore e stabilire, in accordo con i colleghi dei Beni ambientali (se ne occupano Fausto Martino e Stefano Montinari) se possa essere valorizzato o, come nel caso dell'antico lastricato stradale riaffiorato verso piazza Yenne, di nuovo ricoperto.
LA SCELTA Studiosi e amministratori, insomma, dovranno decidere se anche i ruderi possano diventare un museo a vista sull'esempio degli scavi di Santa Lucia in via Sardegna. «Per ora - ha detto il sindaco Massimo Zedda - si sistemerà un ringhiera per garantire la sicurezza e la possibilità di ammirare i ruderi». Il futuro del Corso non è stato, comunque, ancora deciso. Sarà isola pedonale? Torneranno a viaggiare i bus (180 i passaggi al giorno) e le auto? Se si sceglierà la prima ipotesi «bisognerà ripensare al sistema della viabilità intorno alla zona», ha spiegato Zedda.
Una cosa è certa. I lavori nel centro storico sono tutt'altro che finiti. «Ben vengano, naturalmente, ma l'accavallarsi dei cantieri non aiuta e anzi crea parecchi disagi», dice Gianluca Piras, titolare di Out Door Sport, negozio affacciato proprio sullo spiazza interessato dalla scoperta archeologica. «Stiamo realizzando qualcosa di più impegnativo di un restyling - ha detto l'assessore ai Lavori pubblici, Luisa Anna Marras - perché stiamo mettendo mano ai vecchi sottoservizi».
I LAVORI Dopo i cantieri del Largo e via Manno, si procederà in un tratto di Santa Margherita, in via Giovanni Maria Angioy e dopo l'estate in piazza Yenne. Una rivoluzione che - lo ha detto Zedda - «porterebbe ad ingrandire la piazza inglobando anche l'ingresso di via Manno e un tratto del Largo. Compresa la statua di Carlo Felice.
Andrea Piras