Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una lunga catena umana a difesa del Colle

Fonte: L'Unione Sarda
6 aprile 2009

Iniziativa di Legambiente, Wwf, Italia nostra, Cagliari social forum e Associazione studenti universitari

«Cappellacci ricominci dove ha lasciato Soru». Ma i Verdi si dissociano

Si sono ritrovati sulla cima del colle di Tuvixeddu e hanno formato una catena umana per chiedere la nascita di un parco paesaggistico e archeologico nella grande area.
Erano circa un migliaio gli attivisti di Legambiente, Wwf, Italia nostra, Cagliari social forum e Associazione studenti universitari che ieri mattina hanno partecipato alla manifestazione per ribadire il loro no alla realizzazione di quartieri residenziali nella zona. Chiedono alla Regione di salvaguardare il colle e il suo patrimonio archeologico, nonostante pochi giorni fa sia arrivata l'ultima delle numerose sentenze che hanno confermato la legittimità dell'Accordo di programma siglato nel 2000 da Regione, Comune, soprintendenza Coimpresa e altri privati per riqualificare i colli di Sant'Avendrace realizzando, in un'area di oltre 40 ettari, un parco urbano di 23 ettari, uno archeologico di 5 e edifici in sei ettari sul versante di via Is Maglias.
All'iniziativa, però, non hanno aderito i Verdi che, pur essendo d'accordo sulla necessità di tutelare l'area, si dicono contrari a un vincolo paesaggistico assoluto.
LA LUNGA CATENA UMANA Da via Bainsizza lungo via Is Maglias, sino a via Codroipo e rientro passando da viale Sant'Avendrace: il corteo ha circumnavigato l'area con i partecipanti che camminavano in fila indiana tenendo in mano un lungo nastro bianco e rosso, di quelli che si usano per delimitare i cantieri. «Questa vertenza per noi ha assunto un valore simbolico a livello nazionale», ha commentato il presidente di Legambiente Italia Vittorio Cogliatti Dezza che è arrivato da Roma per prendere parte alla manifestazione. «Ci sono beni che danno una grande identità a una città e che non possono essere distrutti. Come Tuvixeddu, per il quale bisogna rilanciare in pieno il ruolo della Regione. Il caso di Tuvixeddu sta diventando trasversale ed è stato oggetto di interrogazioni in Parlamento anche da parte di senatori del Pdl».
IL MESSAGGIO Ed è proprio la Regione il principale destinatario del messaggio, come ha ricordato il presidente di Legambiente Sardegna Vincenzo Tiana: «Chiederemo un incontro al presidente Ugo Cappellacci per invitarlo a riprendere in mano la questione da dove l'ha lasciata la precedente amministrazione. Bisogna prima salvaguardare il colle, dando la priorità al bene pubblico, e per quanto riguarda l'edilizia si vedrà poi cosa si può fare ai margini dell'area».
IL RICORSO «Vogliamo ridare la parola ai cittadini dopo tanti mesi in cui di Tuvixeddu si è parlato solo nei tribunali amministrativi», ha aggiunto Tiana. Il riferimento è alle numerose sentenze di Tar e Consiglio di Stato, l'ultima delle quali ha rigettato il ricorso dell'associazione Amici della Terra che chiedeva di cancellare il nulla osta paesaggistico rilasciato dalla Regione nel '99 per autorizzare i lavori. «I ricorsi sono stati respinti solo per vizi procedurali», è la posizione di Legambiente.
IL NO DEI VERDI L'iniziativa, però, non ha convinto i Verdi: «Da sempre abbiamo sostenuto che il progetto della Coimpresa non avrebbe dovuto essere presentato», premette attraverso una nota il delegato provinciale Roberto Copparoni. «Oggi dobbiamo imparare ad essere realisti. Questo progetto è stato ben studiato ed è formalmente ineccepibile avendo ottenuto tutte le autorizzazioni richieste dalla vigente normativa». Secondo i Verdi, in sostanza, l'accordo di programma è opportuno perché non arreca maggiori danni rispetto a «quelli che deriverebbero dal lento degrado in cui la necropoli verserebbe se fosse lasciata a se stessa». I Verdi, inoltre, tengono a differenziarsi «da coloro che fanno dell'ambiente una questione di colore politico». Il riferimento è ai politici che hanno partecipato all'iniziativa.
NICOLA PERROTTI

06/04/2009