Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Norme ma pure controlli» Tavolini per strada, sì dei titolari al nuovo regolamento

Fonte: L'Unione Sarda
7 marzo 2016

PUBBLICI ESERCIZI. In bar e ristoranti fanno paura le sanzioni molto più severe 

«Ben vengano le regole». In realtà non è un concetto, bensì l'inizio del concetto espresso dai titolari di esercizi pubblici che sistemano i tavolini in area pubblica, nelle piazze o sui marciapiedi. Manca il resto della frase: «Ben venga anche chi le fa rispettare, quelle regole, considerato che ne esistevano anche prima ma non si applicavano».
LE NORME Il nuovo regolamento (in realtà il Consiglio comunale deve ancora approvarlo, e lo farà prestissimo) sugli arredi di bar e ristoranti in aree pubbliche trova d'accordo tutti i titolari di esercizi, compresi quelli che, le regole, le forzano occupando spazi maggiori di quelli concessi dal Comune. Licenziato dall'assessore alle Attività produttive Barbara Argiolas, curato dal dirigente Antonella delle Donne, quel regolamento viaggia verso il sì dell'Aula, con il plauso di chi da quelle regole dev'essere, appunto, regolato.
PIAZZA YENNE Giovanni Giamberduca, de L'Isola del Gelato, è il pioniere dei tavolini e dei gazebo: «Nel '98 usammo l'arredo urbano per cacciare i drogati, poi si sono accodati gli altri e ora sembra una baraccopoli». Per tutta la zona del Largo, in realtà, c'è anche un Piano dell'Urbanistica che ha decretato la morte dei dehors , cioè i gazebo: «Ne dobbiamo buttare via tre e sostituirli con tende e ombrelloni», sottolinea Giamberduca, «e lo faremo senza discutere. Tutte le regole, però, valgano per tutti».
GLI ESERCENTI A parte il piano specifico per piazza Yenne, nel resto della città le regole in arrivo per il suolo pubblico prevedono obblighi certi e sanzioni pesanti. Ad esempio, la concessione sarà annuale e il titolare dovrà rinnovarla ogni volta: «Ci scaricano addosso il lavoro degli uffici», sbuffa Danilo Argiolas, titolare del “Libarium nostrum” in via Santa Croce a Castello, «un adempimento e una marca da bollo in più. Finora, bastava pagare la tassa e si capiva che era un rinnovo. Detto questo, non conosco il regolamento in arrivo ma gli do il benvenuto». Simone Spiga, cuoco di “Terra e mari” in via Barcellona alla Marina, concorda che «i tavolini non devono disturbare passanti e residenti, però le sanzioni sono troppo severe: limiterei tutto a una multa». Già, perché con le nuove regole chi sgarra rischia grosso: concessione sospesa per 7 giorni alla prima violazione, per 15 giorni alla seconda, revoca alla terza. Questo, se si eccede lo spazio assegnato per meno del 30 per cento o non si rispettano gli orari oppure, ancora, se gli arredi sono diversi da quelli previsti dal regolamento. Se si eccede con l'occupazione oltre il 30 per cento, alla prima violazione si sospende per un mese la concessione, alla seconda arriva la revoca. Agostino Sassone e Marco Aresu, titolari de “Il Malandrino” sempre in via Barcellona, si dichiarano soddisfatti: «Regole giuste, purché si facciano rispettare», ricordano. Perché «la prima regola è il buonsenso», aggiunge Argiolas del “Libarium”, ma quando non c'è non resta che la punizione».
Luigi Almiento