Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sotto le torri di Monreale si moltiplicano le discariche

Fonte: L'Unione Sarda
2 marzo 2016


Gli scivoli degli scantinati vengono usati per gettare rifiuti di ogni tipo

 

«Il quartiere non è male anche perché ha tutti i servizi», dice sicuro l'edicolante di via Stamira. Ha ragione: figurarsi che a Monreale c'è già l'ecocentro. Magari non è il caso di chiamarlo ecocentro, la definizione più corretta è discarica. E non ce n'è soltanto una: gli scivoli dei parcheggi sotterranei sono diventati il punto di raccolta di qualunque genere di rifiuto.
Monreale, il quartiere avveniristico figlio della globalizzazione (spazi simili sono stati realizzati nel Nordamerica), doveva diventare il simbolo di una città che aveva deciso di puntare tutte le sue carte sul terziario. E quelle dieci torri in vetro avrebbero dovuto rappresentare il fiore all'occhiello di questo quartiere. Tra fallimenti, processi civili e penali e sperpero di denaro pubblico (nel cosiddetto “scandalo del carciofo” quattro milioni destinati a risarcimenti agli agricoltori sarebbero stati utilizzati per acquistare 87 appartamenti), le torri sono diventate, invece, il monumento all'inconcludenza: delle dieci torri costruite tra il 1981 e il 1983, tre sono ancora allo stato di scheletri. Uno, quanto meno, è stato “coperto” da mattoni; gli altri due servono ai raid notturni di qualche ardito: una delle cupole, quanto meno, è abbellita da una tag lasciata da qualche spericolato writer.
Certo, nelle altre hanno trovato ospitalità alcuni uffici. «Ma se non calano gli affitti», dice Piero Sanna, impegnato ad acquistare arance di Muravera dagli ambulanti piazzati tra via Stamira e via San Tommaso d'Aquino, «questo quartiere rimarrà sempre così». Chissà se la vox populi è reale: c'è chi racconta che gli affitti si calcolano sulla base delle migliaia di euro mensili.
Magari le cifre sono esagerate. Ma, nonostante la presenza delle torri, non sembra esserci molto movimento nel quartiere. Praticamente un invito a nozze per gli incivili. Come usare gli scivoli per i garage sotterranei, i locali di servizio dei palazzi? Trasformandoli in discariche a cielo aperto. Luoghi dove buttare qualunque rifiuto, anche pericoloso: per un periodo, in uno di questi scivoli ci sono state anche alcune lastra di eternit. Sarebbe il caso di intervenire. Ma chi deve intervenire. Il consigliere comunale Filippo Petrucci ha preso a cuore questa causa. «Benché l'area non sia di proprietà del Comune», sostiene, «credo sia prioritario intervenire in quanto ci sono rifiuti pericolosi e anche eternit. Capisco i dubbi degli uffici ma da tempo avrebbero dovuto fare una diffida al curatore fallimentare e comunque intervenire, perché la salute pubblica è il primo dato da preservare».
Perché il problema è tutto qui: essendo luoghi privati, a ripulirli dovrebbero essere i proprietari. O, appunto, come spiega Petrucci, il curatore fallimentare. Il quale, probabilmente, ha ben altre gatte da pelare. Certo, potrebbe intervenire il Comune. «Possiamo farlo», interviene l'assessora all'Igiene del suolo Paola Loi, «solo dopo che abbiamo esperito una serie di passaggi. Ho chiesto agli uffici di invitare il proprietario - in questo caso il curatore fallimentare - a ripulire l'area. È già partita la diffida a effettuare l'intervento entro trenta giorni. Scaduto il termine, verrà fatta un'ordinanza con la quale saranno attivati i nostri operai per la pulizia. E le spese, naturalmente, saranno a carico del proprietario». Una procedura indispensabile. «In caso contrario, potremmo rischiare un'indagine della Corte dei Conti che indagherebbe sulla pertinenza o meno di questa spesa da parte nostra».
Entro un mese, dunque, quegli spazi dovrebbero essere ripuliti. Ma non sono gli unici: vista la toponomastica del quartiere, i residenti la prendono con filosofia. «Se non altro, da quando c'è un ambulante, questa discesa, almeno di mattina è controllato», dice Luciana Masala indicando la zona di accesso agli scantinati sotto la Conad di via Anassagora. Quel punto nascosto, oltre che fungere da bagno pubblico occasionale, ospita rifiuti di ogni genere: vecchi infissi, materiale inerti. E pozzanghere (presenti anche nei cantieri delle torri non finite) che sono meravigliosi allevamenti di zanzare.
Marcello Cocco