Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La proposta delle donne dell'associazione di quartiere «Siamo pronte a custodirlo gratis»

Fonte: L'Unione Sarda
26 febbraio 2016

 

Rosa Sabati, Rosalba Fadda e le sorelle Pinella e Rita De Agostino hanno l'energia di un carro armato. Sono le rappresentanti dell'associazione Sant'Elia Viva che da anni si batte in nome di un borgo che troppo spesso finisce nelle pagine di cronaca nera dei giornali. «Perché non ci hanno affidato almeno uno dei due chioschi sul lungomare? L'avremmo custodito, curato e, almeno sino al momento della concessione, utilizzato per offrire uno spazio per i bambini e i ragazzi del rione». Una possibilità che l'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras esclude a priori: «Per affidare strutture pubbliche è necessaria una procedura a evidenza pubblica. Inoltre il chiosco non è collaudato». Intanto la situazione peggiora. «Alcuni mesi fa l'ingegnere del Comune ha quantificato i danni in un chiosco in 20mila euro. Dopo i raid vandalici sono almeno raddoppiati».
Sant'Elia soffre la mancanza di spazi dove i bambini e i ragazzi si possono riunire, anche solo per il doposcuola. «Anche il parroco ci ha negato il salone per la festa di carnevale».
Le donne dell'associazione hanno una teoria: «Forse qualcuno vuole che nel quartiere regni il degrado in modo che, soprattutto in campagna elettorale, ci sia un luogo dove seminare promesse che poi non verranno mantenute». (a. a.)