Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Forza Italia, prove di divorzio I consiglieri azzurri: chi guida il partito decide in solitudine

Fonte: L'Unione Sarda
22 febbraio 2016

VOTO 2016. Contestata a Cappellacci la rinuncia al simbolo e l'alleanza con Massidda

 

La tempesta che squassa Forza Italia è stata annunciata da un refolo improvviso, cresciuto rapidamente fino a provocare uno strappo che, se non ricucito con atti riconoscibili e apprezzabili, si tradurrà inevitabilmente in divorzio. «Abbiamo appreso dai media che il coordinatore regionale Ugo Cappellacci sta valutando l'opportunità di spogliarsi del simbolo di Forza Italia e di stringere un'alleanza con la coalizione condotta da Piergiorgio Massidda». Il tono che usano il presidente azzurro in Consiglio comunale Giuseppe Farris e i componenti del gruppo Maurizio Porcelli, Stefano Schirru e Anselmo Piras ha la forza discreta di diplomatiche scudisciate. «Poco male», affondano i consiglieri, «che chi guida il nostro partito abbia cambiato opinione rispetto a quanto, anche sulle colonne de L'Unione Sarda, andava professando soltanto poche settimane fa».
TRADITI I consiglieri, tutti di lunga militanza azzurra, e in modo particolare Giuseppe Farris, avvocato e capogruppo ritenuto “sindaco” naturale di Forza Italia ma che non più tardi di due mesi fa aveva annunciato la propria indisponibilità alla candidatura, si sentono traditi. Riferendosi al coordinatore regionale del partito: «Peggio è che abbia maturato questo convincimento in beata solitudine. Il gruppo consiliare non viene coinvolto in riunioni di partito dallo scorso settembre e il suo capogruppo da dicembre».
VEDUTE La scelta di Cappellacci, per parte del suo stesso partito giudicata «in assoluto incomprensibile, e perciò inaccettabile», sottindenderebbe una lacerante diversità di vedute. «A Cagliari le forze partitiche e civiche che si riconoscono nel centrodestra», chiariscono Farris, Porcelli, Schirru e Piras, «non possono non avere a modello il buongoverno delle amministrazioni di Mariano Delogu prima e Emilio Floris poi. In questi anni, come Forza Italia, abbiamo sempre ribadito che Cagliari meritava di più dell'attuale Giunta. Che era necessario tornare a un'idea di città e che occorreva recuperare un respiro istituzionale e un'autorevolezza che, all'evidenza, mancano nell'Amministrazione Zedda. Qualità che invece deve possedere chi è chiamato a guidare la capitale della Sardegna».
IDENTITÀ L'importanza dell'identità, esaltata dal simbolo. I consiglieri azzurri la coniugano con la coerenza: «Abbiamo anche continuato ad immaginare, dentro Forza Italia, un modello di governo in cui ciascuno degli alleati portasse in dote la propria identità e la coerenza delle scelte politiche. Come sempre è accaduto del resto nelle esperienze positive della proposta politica del centrodestra». Parte politica che, per i consiglieri, non deve tradire la propria natura e vocazione. «Al fondo si trova non soltanto l'esigenza di formulare un programma attuabile e privo di contraddizioni ma, soprattutto, quella di tenere unita una coalizione, per così dire, naturale». Da respingere ogni scenario diverso: «Una coalizione che si privasse, alla bisogna, dei simboli dei partiti non soltanto rinnegherebbe se stessa ma, addirittura, avrebbe l'ardire di prendere in giro gli elettori: si cambia tutto affinché nulla cambi».
L'auspicio: «Per Cagliari è quello che torni al modello che dal 1994 al 2011 le ha consentito di crescere». Per questo motivo «il candidato sindaco dovrà essere necessariamente un fattore di unità a capo di una compagine ben riconoscibile».
IL CANTIERE La frattura con il coordinatore regionale del partito (con queste premesse apparentemente insanabile) non ferma il lavoro di cucitura di una coalizione che Forza Italia, con discrezione, ha compiuto in queste settimane. L'ipotesi più verosimile, suggerita dalla scenario politico cittadino, sembra dare consistenza a un esito che consentirebbe di mettere insieme Forza Italia con diverse altre componenti dello schieramento tradizionale di centrodestra: Fratelli d'Italia, Noi con Salvini ma anche i Riformatori. Lo scacchiere del centrodestra potrebbe accogliere anche l'Udc di Giorgio Oppi e l'Ups di Mario Floris ma anche forze come il Psd'Az, in questo momento dialogante con altri partners. Certo è che la parte di Forza Italia che non ha sposato il progetto civico dell'ex senatore azzurro Piergiorgio Massidda (oggi presenta il suo programma alla Fiera) non è all'angolo. Sembra avere risorse e spinta adeguate per inserirsi e scuotere la campagna elettorale.
Pietro Picciau