Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La vita? Virtuosismi circensi

Fonte: L'Unione Sarda
16 febbraio 2016


 L'applaudito spettacolo della compagnia Oktobre visto al Massimo

 

C ' è l'acrobata, il mago dagli atteggiamenti clowneschi, la trapezista. La parola, la poesia, l'humour, il surreale. È quello che oggi viene definito, circo contemporaneo. Quello senza animali, che non chiama a raccolta l'eterogenea complessità che poteva dar luogo al più grande spettacolo del mondo, che non appartiene all'immaginario felliniano.
All'incirca vent'anni fa, il termine “nouveau cirque” prendeva una direzione tutta sua, diversa, da quella imboccata dagli spettacoli americani, gravati da gigantismi, o da quelli d'alta scuola di importanti istituzioni dei paesi dell'Est, radicati in antiche tradizioni. Giovani artisti usciti dalle accademie moderne e affascinati dall'arte circense, iniziavano a offrire uno sguardo contemporaneo, a disegnare un orizzonte differente e più teatrale, muovendosi non più all'interno del cerchio magico, lo stesso che è tale da sempre, quanto su un palcoscenico, sancendo così la lontananza dal passato, tuttavia celebrato attraverso la presenza di figure simbolo. Tutte cose che ritroviamo nello spettacolo Oktobre , presentato con successo di pubblico nel fine settimana al Massimo di Cagliari, dalla compagnia Oktobre (Jonathan Frau, Yann Frisch, Pauline Dau, Eva Ordonez-Benedetto), ospite dell'accattivante e varia stagione allestita da Sardegna Teatro.
In uno spazio scenico dove trovano posto un tavolo e alcune sedie, agiscono tre singolari personaggi ai quali, alla fine, se aggiungerà un quarto, e non meno insolito degli altri. Incrociano storie, destini, paure, malinconie, risate, ribaltando codici e comportamenti per sfuggire a ciò che li circonda, senza per questo virare verso un tranquillizzante e spensierato rifugio nei sogni, ma utilizzando, casomai, la forza comunicativa della parola e del virtuosismo circense (che ovviamente non manca, e ha il suo apice nei numeri al trapezio regalati da Eva Ordonez), per proporre sottotraccia una visione critica e contrastante dell'esistenza. Al termine, applausi lunghi e meritati.
Carlo Argiolas