Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Corso, emergono altri reperti

Fonte: L'Unione Sarda
15 febbraio 2016


Farris (FI): sono resti importanti. Marras: solo una cisterna - Blocchi colossali dove in epoca romana c'era la cinta muraria. I lavori vanno avanti

 


Un pezzo di muro di dimensioni colossali. Blocchi larghi mezzo metro e lunghi dagli 80 ai 120 centimetri. Quello che emerge nel groviglio di scavi, terra di riporto e tubazioni di vari diametri e colori (blu, gialle, arancioni) è un altro pezzo della Karalis romana, la città di duemila anni fa, tra il foro, che si trovava più o meno dove ora c'è piazza del Carmine, e la cinta muraria.
Siamo nel Corso, dove da mesi è attivo uno dei vari cantieri avviati dall'amministrazione comunale per il rifacimento di sottoservizi (reti fognarie e di raccolta delle acque piovane) e pavimentazione. Per la precisione, di fronte all'ex sede del Banco di Roma. L'autunno scorso, il ritrovamento di parte di un edificio romano davanti alla sede dell'Ersu provocò lo stop del cantiere per un mese e fu annunciato con entusiasmo dall'amministrazione. Stavolta no.
«Non possiamo dire nulla», spiegano dalla Edilizia Loi, la ditta di Elmas che sta conducendo i lavori in quel tratto. Ieri, le ruspe erano ferme, nei giorni scorsi invece si è continuato a posare tubazioni su quelli che potrebbero essere resti degni di essere studiati, non foss'altro per capire meglio come fosse fatta la città intorno al I secolo.
A raffreddare gli entusiasmi ci pensa la vicesindaca Luisa Anna Marras, assessora ai Lavori pubblici con laurea, neanche a farlo apposta, in archeologia: «Niente di particolarmente interessante», dice. «Il ritrovamento risale ad almeno dieci giorni fa. Si tratta di una cisterna e un pezzo di basolato già molto degradati. La Soprintendenza archeologica ha già visto i reperti, li ha accuratamente documentati e ha dato il via libera: si va avanti tranquillamente».
Eppure i blocchi che compongono il tratto di muro antico che ieri era ben visibile sono in tutto e per tutto simili a quelli dei resti di edifici di età romana repubblicana e imperiale di viale Trieste 105, un sito che viene giustamente reso visitabile, con buona affluenza di pubblico, in occasione di Monumenti aperti.
A nutrire dubbi è anche l'opposizione: «Ho osservato con attenzione gli scavi», dice Giuseppe Farris (capogruppo di Forza Italia). «La sensazione è che, invece, si tratti di reperti importanti. È evidente che tutti questi lavori pubblici avviati in città, soprattutto in punti dove, come nel Corso, l'eventualità di ritrovamenti è tutt'altro che imprevista, non sono stati preceduti da operazioni preventive. Inoltre è mancata l'informazione: né sindaco né assessore hanno mai riferito in Consiglio. E intanto i ritardi si cumulano ai ritardi. Occorrerebbe fare chiarezza. Se davvero i ritrovamenti che stanno emergendo sono importanti, l'idea di fare del Corso l'equivalente cagliaritano dei Fori romani meriterebbe di essere seriamente presa in considerazione».
Marco Noce