Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sardi, dovete svegliarvi»

Fonte: L'Unione Sarda
12 febbraio 2016

La visita a Cagliari per aprire la sede del movimento e fare campagna tra i box del mercato Salvini:

L'amministrazione Zedda? «Finora ha prodotto solo “rotonde”»

Matteo Salvini va al mercato di Cagliari. Assaggia gamberi, cozze, ravanelli e formaggio. Ascolta compiaciuto un “Salvaci” poco fantasioso, entra in un box e accumula decine di selfie. Se la temperatura della sua visita si misura tra i box di San Benedetto, sembra un piccolo successo (organizzato?). Fatta eccezione per qualche “Fai schifo” e “Buffone”, intonati non perché si piluccava gratis. E per la titolare di un bancone che intima alla delegazione di sgomberare: «Io qui lavoro. E poi non è quello che ci chiamava terroni?». Diciamo che le posizioni del pubblico sono ben distinte: c'è chi assicura “Contiamo su di lei” e chi chiede sottovoce “Ma soldi ne butta?”. Lui, il leghista di ferro, dirà poi all'hotel Panorama che «l'accoglienza è stata fantastica». E in cambio «ce la metterò tutta». In fondo si sente già sardo, con la felpa azzurra, la scritta “Cagliari” in giallo e i relativi quattro mori. «La porterò anche a Milano».
Ma per cosa combatterà Matteo? Ovvio, per togliere la Sardegna dalle grinfie della giunta Pigliàru (con l'accento rigorosamente sulla a), dall'Italia ladrona e affamatrice, dall'Europa che soffoca e bistratta. I tre Grandi Nemici. Perché certo non sono nemici autorevoli quei «quattro pirla», quei «disadattati», quelle «zecche rosse», nonché «figli di papà» che hanno manifestato in piazza. Roba da matti, dice, «da città incivile». Polizia, carabinieri e finanzieri «dovrebbero scendere in strada a beccare spacciatori e clandestini» e non altro. «Prenderò contatto col ministero degli Interni». Faccia pure, ma sul piano politico? C'è un altro tris da spendere: lavoro, tasse, immigrazione. Già sentito in varie piazze d'Italia, riassuntivo e appena appena demagogico. Adattabile alle esigenze dell'Isola. Dove, per esempio, lo spopolamento galoppa e si vorrebbe «ripopolare con gli immigrati». Poi i problemi comuni, tipo esodati, Fornero, studi di settore. Davanti a simile sfascio cosa fa il governo? «Si occupa delle adozioni per i gay» quando «il bimbo ha bisogno di un papà e di una mamma». Peggio, «a Sanremo se non canti col fiocchetto arcobaleno non conti nulla». Cosa fa la Regione, anziché saldare i conti con gli alluvionati di Olbia? Forse pure Pigliàru «si occupa di adozioni». E non parliamo dell'amministrazione di Cagliari che «mi ricorda tanto quella di Pisapia». A Milano in 5 anni «hanno moltiplicato le biciclette, qui le “rotonde”».
Tutto questo il leader della Lega lo dice in un localino di viale San'Avendrace dove si inaugura la prima sede del movimento “Noi con Salvini”, la Lega Sardegna insomma, e al Panorama dove tra gli ospiti c'è Ugo Cappellacci e tra il pubblico un drappello di CasaPound. Lo ripete prima di rimontare su una Bmw grigia, dare un'occhiata ai convogli delle forze dell'ordine (che, in effetti, sembrerebbero più acconci a una campagna militare, con tanto di ronzio di elicotteri) e puntare al nord. Ha comunque il tempo di elargire altri sommari giudizi economico-politici sull'Isola, anche a margine degli incontri ufficiali. Per le elezioni a Cagliari c'è poco da dire: «Non mi interessano i grandi nomi. So che nel centrodestra c'è il casino più totale, con FI divisa in cinque». Sul piano regionale, «rivolgo un appello a tutti i movimenti autonomistici». Cosa «farete da grandi?». Unità, «perché c'è il rischio che l'Isola sparisca». Proprio la terra che può diventare laboratorio della flat-tax, il progetto di tassazione unica al 15 per cento. Dunque suvvia, «non siate tonni, non votate quelli lì». E lottate contro il nemico più insidioso, «la rassegnazione». Salvini giura che Renzi «lo mandiamo a casa». A noi il suo posto.
Roberto Cossu