Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Acqua: città al sicuro Nessuna ipotesi di razionamento per quest'anno

Fonte: L'Unione Sarda
8 febbraio 2016

SICCITÀ. Riserve abbondanti nei bacini del Flumendosa e del Mulargia 


Cagliari è ben lontana dalla prospettiva di un razionamento dell'acqua potabile. Abbanoa e Agenzia per il distretto idrografico rassicurano: non è previsto che capiti al capoluogo ciò che, fra Goceano e Barbagia, sta succedendo a una dozzina di Comuni (Bono, Benetutti, Nule, Anela, Bultei, Burgos, Esporlatu, Buddusò, Osidda, Ala' dei sardi, Bitti, Lula, Onanì, Orune, Lodè). A meno che anche i due prossimi inverni siano siccitosi come questo: in quel caso sì, si potrebbe ipotizzare di razionare l'acqua, ma comunque (come prevede la legge) a partire dall'agricoltura, che nella nostra isola assorbe il 70 per cento dei consumi idrici. Solo in seconda battuta si taglierebbero i consumi dell'industria (5 per cento) e, infine, quelli civili (25). Scenari che, finora, non vengono presi in considerazione.
METRI CUBI Il Cagliaritano è relativamente tranquillo perché i due principali bacini che riforniscono la sua rete idrica, Nuraghe Arrubiu (sul Flumendosa) e Monte su Rei (sul rio Mulargia), al 31 gennaio contenevano rispettivamente 192 e 133 milioni di metri cubi d'acqua.
Nel complesso, l'insieme dei bacini del comparto Flumendosa-Campidano-Cixerri contiene 381 milioni di metri cubi, che sono sì poco più della metà della capacità complessiva (il 56 per cento) ma sono comunque tanti. Il Goceano e la zona di Buddusò, per fare un confronto, sono entrati in crisi perché possono contare su un bacino molto piccolo: Sos Canales, capacità massima tre milioni e mezzo di metri cubi. Due giorni fa è stato realizzato il collegamento da 20 chilometri che permetterà di portare acqua a Sos Canales dall'invaso di Monte Lerno e, fa sapere l'ente di gestione, «sono stati accelerati tutti gli interventi di manutenzioni straordinarie, con programmi di riduzione delle perdite e sostituzione dei tratti di rete più critici» nei paesi dove sono scattati i razionamenti.
MOMENTI DIFFICILI Al Sud, dove i bacini sono in buona parte già collegati fra di loro, c'è abbastanza acqua perché Cagliari possa affrontare la prossima stagione calda senza l'incubo di un ritorno agli anni bui, quando ogni casa doveva avere la sua riserva idrica perché a una cert'ora, dai rubinetti, non usciva più un goccio.
In un passato neanche troppo lontano, per dire, si era tornati abbastanza vicini a scenari di quel tipo. Il Cagliaritano si era trovato con i bacini quasi vuoti nel novembre del 1999, nel settembre del 2000 e nell'estate del 2002. Momenti in cui era scattato in tutta la regione il livello di emergenza (rosso), con forti restrizioni nell'erogazione. Da allora, negli ultimi 13 anni, non si è mai più rivati a livelli di emergenza o di allerta.
LE PERDITE DI ABBANOA In questo momento, complessivamente, la Sardegna ha a disposizione circa un miliardo di metri cubi d'acqua: abbastanza da soddisfare il fabbisogno di un anno e mezzo dell'isola. Ma non è tutto rose e fiori, e infatti in questo periodo, per riferirsi al piano di gestione delle crisi idriche, siamo a un livello di allerta (arancione) a livello regionale e di pre-allerta (giallo) per il sistema Tirso-Flumendosa da cui dipende l'alimentazione idrica del Cagliaritano. Da un lato non è possibile consumare tutte le risorse senza accantonarne per il futuro. Dall'altro gran parte dell'acqua invasata è destinata ad andare sprecata per colpa delle tubazioni malridotte. Per sostituirle, occorrerebbe un investimento notevole. Si parla di miliardi di euro. Che, per ora, non ci sono.
Marco Noce