Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Formelle di bronzo sul portone di Bonaria: manca solo il via libera del Comune di Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
4 febbraio 2016


La Basilica

 

M anca solo il via libera del Comune e poi i lavori per l'abbellimento del portone del Santuario cagliaritano di Bonaria potranno iniziare. Nei giorni scorsi è infatti arrivato il via libera al progetto da parte della Soprintendenza dei beni architettonici e storico-artistici. In attesa che arrivi anche l'ultimo e definitivo nulla osta da parte degli uffici del Municipio, padre Giovannino Tolu, rettore del Santuario, e i frati dell'Ordine dei Mercedari si dicono felici del primo risultato.
L'intento di solennizzare l'accesso all'edificio di culto, sistemando sul portone una serie di formelle in bronzo, era stato reso noto ai fedeli a dicembre con la distribuzione del calendario 2016. Proprio l'anno appena iniziato dovrà vedere l'avvio degli interventi che saranno patrocinati dal Club Cagliari Est del Rotary International. L'opera dovrà invece essere completata entro il 2018, quando ricorreranno gli ottocento anni della fondazione, a Barcellona, dell'Ordine di Santa Maria della Mercede.
Secondo quanto illustrato dall'ingegnere Gianpaolo Porcu - che ha curato il progetto e realizzato la scheda descrittiva dell'opera - sul portone, oggi ricoperto da una semplice lamina metallica, dovranno essere giustapposte 26 formelle. I quadri verranno realizzati dale fonderie Omi di Macchiareddu sui calchi preparati dalle sorelle Ariu, artiste che operano a Cagliari ma originarie di Mogoro.
Le tavole dovranno condurre lo spettatore lungo differenti percorsi narrativi, tutti pertinenti alla storia dell'edificio di culto che contiene il Simulacro della Madonna, patrona dei sardi e oggetto di una straordinaria devozione popolare. Il fulcro della composizione sarà proprio destinato a raccontare l'origine del culto, partendo dal miracoloso approdo della statua a Cagliari, che si data al 25 marzo 1370 e dal recupero della scultura da parte dei frati Mercedari che avevano il loro convento sulla collina fortificata dagli Aragonesi.
Manuela Arca