Rassegna Stampa

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Province cancellate, le associazioni degli Enti locali: “Non è una riforma storica”

Fonte: web sardiniapost.it
29 gennaio 2016

 

“Io dico che su questa riforma va spenta l’enfasi, dall’una e dall’altra parte: non si tratta né di una legge storica né di un pasticcio”. A sostenerlo Pier Sandro Scano, il presidente dell’Anci che questa mattina, nella sede di viale Trieste 6 a Cagliari, ha convocato una conferenza stampa per commentare il riordino delle autonomie approvato ieri dal Consiglio regionale.

Scano ha parlato a nome di tutte le associazioni degli Enti locali, rappresentate da Giuseppe Casti (Cal), Tore Sanna (Aicrre) e Rodolfo Cancedda (Asel). Il numero uno dell’Anci ha cominciato illustrando “le criticità della legge che presenta elementi non previsti dalla normativa nazionale e per questo esiste un concreto rischio di impugnazione da parte del Governo“.

Tra gli elementi positivi, Scano ha evidenziato “la flessibilità con la quale sono state previste le Unioni dei Comuni“, obbligatorie per 270 centri isolani su 273. Sono esentati solo Olbia, Nuoro e Oristano che per via del riconoscimento a Città medie possono gestire in autonomia le funzioni ereditate dalle Province.

“La novità sarda – ha continuato Scano – è che le Unioni si formeranno secondo il principio della volontarietà, ovvero saranno gli stessi Consigli comunali a decidere con chi andare. Ugualmente per gli ambiti strategici non ci sono mappe da rispettare, ma vale esclusivamente il principio dell’autodeterminazione. E su questo fronte le nostre associazioni hanno dato un importante contributo”.

Duro, invece, l’intervento di Sanna, l’ex sindaco di Villasimius alla guida dell’Aicrre e da sempre vicinissimo al segeretario del Pd, Renato Soru. Sanna ha sottolineato che “questa riforma limita i poteri dei Comuni nella parte relativa alla Città metropolitana, visto alla fine sarà il sindaco del capoluogo a decidere lo sviluppo dei centri più piccoli”. Il presidente dell’Aicrre si è riferito soprattutto “alla Programmazione urbanistica, rispetto alla quale la Città metropolitana dovrà elaborare un Piano che, per via dei mancati equilibri della rappresentatività, verrà deciso in gran parte da Cagliari”.

Sanna ha poi spiegato che “questa riforma lascia una voragine aperta nella gestione delle funzioni intermedie, una volta che le Province saranno cancellate: solo con l’istituzione della Città metropolitana è individuato l’ente abilitato a svolgere un ruolo le funzioni di coordinamento, nel resto dell’Isola la questione è irrisolta”.

In questo solco, Scano ha precisato che “la legge appena approvata dal Consiglio non è storica, in quando nei prossimi mesi dovrà essere aggiornata e corretta almeno due volte, parallelamente ai passaggi che verranno fatti a livello nazionale. La stessa riforma Delrio – ha spiegato il presidente dell’Anci – è oggetto di parziale riscrittura e lo stesso andrà fatto dopo il referendum confermativo che deciderà il destino del ddl Boschi“. Ovvero, la cancellazione definitiva (o meno) di tutte le Province italiane che, eventualmente, saranno sostituite da enti di secondo livello, quindi gestiti da organi non eletti a suffragio universale.

Le posizioni di Anci, Cal, Aicrre e Asel sono una cartina di tornasole su quando potrà avvenire nei prossimi mesi nel centrosinistra sardo: la linea che sta emergendo tra le associazioni in qualche modo anticipa quella che potrà essere la posizione del segretario Soru, lasciando intravedere nuove e possibili frizioni tra una parte del Pd e l’operato della giunta guidata da Francesco Pigliaru.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)