Rassegna Stampa

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Le associazioni degli Enti locali: “Il Governo può impugnare la riforma”

Fonte: web sardiniapost.it
29 gennaio 2016

 

“C’è il rischio che il Governo impugni la riforma che in Sardegna ridisegna il sistema delle autonomie”. A lanciare l’allarme sono le associazione degli Enti locali  – Anci, Cal, Aicrre e Asel -, passato appena un giorno dall’approvazione del riordino da parte del Consiglio regionale.

La possibilità che l’Isola si ritrovi con una legge cassata è stata illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa convocata a Cagliari nella sede Anci di viale Trieste 6, dove per tutti ha parlato il presidente-padrone di Casa, Pier Sandro Scano.

“La prima criticità – ha detto – riguarda l’articolazione delle nuove autonomie, nella parte in cui sono previste la Rete metropolitana e quella urbana“. La prima è la soluzione che la maggioranza di centrosinistra ha trovato per accontentare il Nord-ovest che rivendicava il riconoscimento a Città metropolitana, al pari di Cagliari. Ma, come noto, Francesco Pigliaru si oppose da subito (qui la posizione del governatore espressa in un incontro a dicembre) e così si era arrivati al bacino demografico “da almeno 150mila abitanti con un porto e un aeroporto di valenza nazionale“. Ne faranno parte Sassari, Alghero, Porto Torres, Sorso, Sennori, Stintino e Castelsardo.

La Rete urbana, stando alla riforma, raccoglie invece una popolazione di 50mila abitanti: è stata pensata per accontentare il Sulcis, territorio al quale la riforma ha cancellato la Provincia. Ma una rete di questo tipo possono formarla anche Olbia, Nuoro e Oristano che nella legge sono ulteriormente riconosciute come Città medie, ovvero vengono esentate dall’obbligo di costituire una Unione dei Comuni, a differenza di quanto devono fare nei prossimi 100 giorni tutti gli altri 270 centri dell’Isola.

Scano ha fatto notare oggi come “né la Rete metropolitana né quella urbana sono previste dalla riforma Delrio”, cioè la norma che a livello nazionale detta le regole per costruire il dopo Province. E questo in attesa che il percorso si completi con l’eventuale entrata in vigore del ddl Boschi, sul quale a ottobre ci sarà il referendum confermativo.

Va però ricordato che a dicembre, in occasione dell’incontro con Pigliaru a cui seguì l’istituzione di una task force durante il ponte dell’Immacolata, proprio per fermare le proteste del Sassarese, fu l’Anci a suggerire la creazione delle mini città metropolitane. E a domanda precisa su quella circostanza, Scano ha ribattuto: “L’Associazione dei Comuni si era limitata ad accogliere il riconoscimento delle Città medie così come lo propose il governatore. E infatti per noi sarebbe andata bene quest’unica alternativa per tutti i centri sopra i 25mila abitanti. Non è stata invece una nostra idea quella di introdurre il concetto di Reti, con la metropolitana e quella urbana”.

La “seconda criticità” che l’Anci individua nella riforma sarda sempre come causa di una possibile impugnazione, “è il fatto che la Città metropolitana di Cagliari non coincide con l’ex Provincia, come prevede ancora la Delrio e come per esempio ha fatto Torino includendo tutti i 181 Comuni del territorio, compresi quelli montani”.

Insieme a Scano, hanno partecipato alla conferenza stampa il direttore dell’Anci, Umberto Oppus, più i presidenti Giuseppe Casti (Cal), Tore Sanna (Aicrre) e Rodolfo Cancedda (Asel).

Al. Car.
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