Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio, piano per rifare solo le tribune

Fonte: L'Unione Sarda
30 marzo 2009

Sant'Elia. Un mutuo da venti milioni per avvicinare gli spalti al campo. Ma tre consiglieri della maggioranza frenano

Il Comune pronto a realizzare i lavori autonomamente

L'amministrazione ha ripescato un vecchio progetto che prevedeva un restyling dell'attuale stadio, con l'abbattimento delle vecchie tribune e la realizzazione di nuovi spalti.
Nella partita a poker che sembra essere nuovamente iniziata attorno allo stadio Sant'Elia pare che qualcuno sia pronto a lanciare sul tavolo verde una fiche non certo inedita ma comunque capace di sparigliare nuovamente il gioco. In Comune, infatti, c'è chi pensa di prendere sul serio il presidente Cellino, che ha più volte manifestato scontentezza per i ritardi che hanno bloccato il suo progetto di nuovo e moderno impianto. Tanto che, sabato scorso, il massimo dirigente rossoblù ha ribadito di non essere più interessato, almeno fino a quando non cambieranno gli interlocutori in seno all'amministrazione comunale.
CONTROMOSSA Parole evidentemente prese per oro colato in Comune se, dopo settimane di sussurri, ha improvvisamente preso nuovo vigore un vecchio progetto, già studiato qualche anno fa, e che sarebbe tornato all'attenzione del sindaco Floris. Che, pur non volendo entrare nello specifico, confida «di essere al lavoro per dare alla squadra un campo decente in caso di qualificazione a un torneo europeo».
L'IPOTESI È quella di procedere a una ristrutturazione solo parziale dello stadio, lasciando integro il campo da gioco e procedendo, per moduli e stati di avanzamento, alla demolizione delle attuali tribune e alla realizzazione di una capienza definitiva attorno ai 25 mila spettatori. Gli spalti, tutti rigorosamente coperti, verrebbero poi costruiti negli spazi ora occupati (nelle due curve e nel settore dei distinti) dalle tribune in tubi Innocenti fatte realizzare a sue spese dalla società rossoblù. Per quel che riguarda il settore che ospita la tribuna centrale, dove ci sono i posti assegnati anche alle autorità e ai giornalisti, e le poltroncine laterali, verrebbe previsto (anche in questo caso dopo la demolizione) un avanzamento verso il terreno di gioco.
Fin qui niente di nuovo. Ma a sorprendere sono le ipotesi sulle modalità di esecuzione dei lavori e sulla forma di finanziamento. In Comune si pensa, infatti, che i lavori possano essere effettuati («da altre parti è già successo») anche mentre il Cagliari calcio continua a usufruire dello stadio per le sue partite interne. Da qui l'idea di affrontare i lavori a moduli, mettendo via via in sicurezza i cantieri. Per quel che riguarda i finanziamenti, invece, c'è chi pensa che possa essere lo stesso Comune ad accendere un mutuo per una ventina di milioni di euro. Salvo poi rivedere, evidentemente al rialzo, la convenzione di concessione al Cagliari calcio. Una ipotesi in controtendenza rispetto agli indirizzi più volte espressi dal governo («Vorremmo che gli stadi fossero di proprietà delle società», ha spesso ribadito il sottosegretario allo Sport Crimi) e dallo stesso sindaco, che recentemente ha parlato di un nuovo stadio che si potrebbe aprire alla compartecipazione finanziaria delle imprese che dovrebbero insediarsi a Sant'Elia a seguito del varo della zona franca urbana. Eppure questo sembra essere il nuovo orientamento, anche perché la soluzione piacerebbe molto a quanti (l'ex bomber rossoblù Gigi Riva in testa) vorrebbero salvare la natura pubblica e l'attuale collocazione dello stadio.
LA SOCIETÀ A meno che il presidente Cellino non decida a sua volta di stupire tutti e andare a vedere le carte dell'amministrazione, che pure non ha rinunciato recentemente a mandare messaggi più concilianti.
Nel frattempo tre consiglieri comunali di maggioranza, Massimiliano Tavolacci (Udc), Alessandro Serra (eletto con An, ora Pdl) e Claudio Tumatis (Lista Lavoro e quartieri), chiedono di vederci chiaro: «Il sindaco, prima di prendere qualsiasi decisione, si ricordi che il Consiglio gli ha dato un indirizzo molto chiaro: aprire un tavolo tecnico e coinvolgere nelle sue decisioni la società Cagliari calcio - ricordano - sarebbe spiacevole scoprire che l'esecutivo assume un qualsivoglia atto senza passare per un nuovo confronto con l'assemblea civica. Le decisioni vanno prese su tesi condivise, discusse, confrontate con le attuali intenzioni del Cagliari calcio, che è l'unico soggetto che ha interesse a utilizzare lo stadio».
ANTHONY MURONI

29/03/2009