Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Saldi invernali senza l'inverno

Fonte: L'Unione Sarda
5 gennaio 2016


In centro si soffre la concorrenza della grande distribuzione - Da oggi la stagione delle vendite a prezzi scontati ma la crisi economica morde ancora

 


La domanda è quasi esistenziale: ha ancora senso la stagione dei saldi? I dubbi sono tantissimi ma, nel frattempo, i commercianti si attrezzano: oggi partono ufficialmente le vendite a prezzi scontati. Saldi di fine stagione: in teoria, i negozianti dovrebbero mettere in vendita i capi invernali rimasti invenduti. Peccato che la stagione fredda, a Cagliari, non sia ancora cominciata. Ma poco conta: in tempi di crisi, i saldi per i commercianti sono una sorta di giubileo, un momento nel quale far quadrare bilanci asfittici.
LA SITUAZIONE Difficile fare previsioni su come andranno le cose quest'anno. Ma i segnali sono positivi: domenica sera, nonostante fossero chiusi praticamente tutti i negozi, tanta gente passeggiava per via Garibaldi, sbirciando i prezzi esposti nelle vetrine. E, ieri mattina, approfittando del fatto che la pioggia ha tenuto lontane tante persone dalle vie dello shopping, i negozianti erano impegnati a prepararsi per i saldi di fine stagione.
I DUBBI Senza particolari entusiasmi. In passato, i saldi erano davvero l'occasione per fare grandi affari. «Adesso», interviene Paolo Angius di Paul's bag (ma, soprattutto, dirigente di Confesercenti), «dobbiamo fare i conti con un'illegalità generalizzata. I centri commerciali fanno concorrenza sleale, effettuando promozioni, in pratica saldi camuffati, in qualunque momento dell'anno. E possono anche permettersi il lusso di prendere in giro la legge: non è giusto che la sanzione di 800 euro per l'esposizione abusiva di un cartello di saldi sia la stessa per un centro commerciale e per un piccolo negoziante. Non solo: c'è anche la giungla di internet e delle vendite online che complica la situazione». Bocciata, dunque, la stagione dei saldi? «No ma servono controlli e occorre intervenire per far sì che diventino uno strumento per rilanciare i negozi di vicinato».
L'OTTIMISMO La stagione dei prezzi scontati è attesa dai clienti. E rappresenta un momento importante anche per i negozianti. Per quelli che operano in via Garibaldi c'è uno stimolo ulteriore: secondo calcoli approssimativi effettuati dagli stessi operatori, il nuovo look della strada ha portato un trenta per cento di persone in più da quelle parti. Il trend sarà confermato anche durante i saldi? «Noi», interviene Debora Colpani di Ticalza, «siamo ottimisti. Il periodo natalizio è stato positivo rispetto al passato. E parlo di un periodo lungo, visto che questo negozio esiste da circa vent'anni».
LA CRISI Il rifacimento della strada - è un coro quasi unanime - una boccata d'ossigeno. Ma, certo, non si può prescindere dal contesto generale. «Anche in via Garibaldi», afferma Ignazia Mulas della Casa del pantalone, «si risente di quello che accade a livello nazionale. Noi vendiamo capi classici e abbiamo, di conseguenza, una clientela di adulti. Ebbene, anche i professionisti acquistano meno del passato perché, ricevendo in ritardo il pagamento delle parcelle, non hanno, in quel momento, denaro a disposizione». Sullo stesso piano Fabrizio Fiorenza di Anteprima moda. «Talvolta», racconta, «vengono a trovarmi miei vecchi clienti che vivono nel Sulcis: non ti abbiamo tradito , si giustificano, il fatto è che non abbiamo più soldi da spendere ». E poi c'è la concorrenza sleale della grande distribuzione. «Anche a me, qualche giorno prima di Natale, è arrivato un sms con il quale mi annunciavano sconti del trenta per cento».
L'ATTESA Oggi è il grande giorno: le vetrine saranno alzate per vendite scontate. «Mi aspetto», dice Simona Pitzolu di Motivi, «grandi numeri. La gente verrà a passeggiare nella nuova via Garibaldi. Ma non basta solo questo: i centri commerciali organizzano manifestazioni che richiamano gente. Noi, approfittando anche del fatto che questa è una via pedonale, dobbiamo trasformarci in un grande centro commerciale all'aperto». Il successo (dei saldi ma, in generale, del commercio) dipende anche dagli operatori. «La città», sostiene Giuseppe Bellu di Scout, «è circondata da centri commerciali. Noi dobbiamo sfruttare le nostre caratteristiche: dobbiamo riuscire a richiamare, in questo centro storico pedonale, sempre più persone. Anche a costo di sacrifici: nelle città mercato i negozi sono aperti 96 ore alla settimana, qui 36. Su queste cose si deve intervenire».
IL DECALOGO Si respira aria nuova intorno a questi saldi. Non a caso, la Confcommercio ha preparato il solito decalogo. Che, però, non è rivolto ai clienti ma agli operatori commerciali. Alcune regole, come “attendere il periodo ufficiale dei saldi” o “indicare in modo chiaro e ben leggibile la composizione del prezzo di vendita al pubblico”, sono scontate. Altre si occupano dei pagamenti (da accettare in tutte le forme) o delle garanzie riguardo alle merci vendute. Altre ancora suggeriscono di consentire la prova dei capi e di evitare sconti generici. Ma, dopo la regola di rendere visibile l'interno del negozio e di evidenziare nelle vetrine le taglie disponibili, forse l'ultimo consiglio è quello più utile (ed economico): “Usare la massima cortesia”.
Marcello Cocco