Rassegna Stampa

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Monte Urpinu, il botta e risposta del Comune sulle tartarughe

Fonte: web Castedduonline.it
5 gennaio 2016

 


La vicenda delle tartarughine lasciate all'asciutto in un recinto, la denuncia del Gruppo di Intervento Giuridico Onlus di Stefano Deliperi. Ecco la lettera del Comune di Cagliari, firmata dal veterinario Dott. Cosseddu e dal Funzionario Dott. Claudio Papoff sulla situazione attuale a Monte Urpinu

Autore: Redazione Casteddu Online il 04/01/2016 21:40


 

E’ pervenuta rapidamente la risposta (nota prot. n. 499 del 4 gennaio 2016) da parte del dirigente del Servizio Parchi, Verde e Gestione Faunistica del Comune di Cagliari Claudio Papoff all’istanza dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus (3 gennaio 2016) di immediato accertamento delle condizioni di detenzione di decine di Tartarughe d’acqua collocate in una gabbia su terra nel Parco comunale di Monte Urpinu, a Cagliari. Si tratta – secondo quanto reso noto – di Tartarughe acquatiche del genere Trachemys, non autoctone, prelevate dai laghetti del parco presso Via Leo per evitare danni all’avifauna e alle Tartarughe d’acqua autoctone (genere Emys) in attesa del trasferimento presso i laghetti del parco presso Via Vidal, appositamente predisposti anche con sistemi di recinzione per evitare il contatto con l’avifauna domestica (anatidi, ecc.).

Le Tartarughe sarebbero state tenute “in buono stato attraverso interventi costanti di somministrazione alimentare, di acqua (in bacinelle) e di frequenti bagnature dei loro carapaci”: in realtà, domenica 3 gennaio 2016, orario 8.30 – 9.15 circa, nella gabbia è stato riscontrato un fondo in terra asciutta e alcuna “bacinella”, se si vuol escludere un piccolo abbeveratoio frequentato da un anatide.  Sempre secondo quanto reso noto dal Comune di Cagliari, “in questi giorni si è concluso il trasferimento di tutte le tartarughe esotiche catturate nei laghetti di via Leo nel nuovo sito, più adatto, dei laghetti di via Vidal”: il trasferimento oggettivamente potrebbe esser stato concluso oggi, visto che ieri erano ancora nella gabbia. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus esprime soddisfazione per la rapida risposta, effettuerà in questi giorni le opportune verifiche e non può che segnalare l’opportunità di effettuare in analoghe situazioni quantomeno una sintetica informazione mediante adeguata cartellonistica per i tanti utenti del parco comunale, sinceramente preoccupati per le temporanee condizioni delle Tartarughe, non certo ideali.  

Ecco la Risposta firmata dal Veterinario, Dottor Giuseppe Cosseddu e dall'agronomo, Dottor Claudio Papoff (Comune di Cagliari);

Tartarughe d'acqua del genere Trachemys abbandonate al parco di Monte Urpinu –Riscontro sulle condizioni di ospitalità.

E' vietata da diversi anni la diffusione sul territorio della Comunità europea delle tartarughe del genere in oggetto (esplicito per la specie T. elegans mentre ancora non esiste specifico provvedimento per la specie T. scripta); questo divieto è dovuto alla loro facilità d'adattamento alle condizioni ambientali naturali dei paesi della Comunità europea, soprattutto in quelli a clima mite che si affacciano sul Mediterraneo. Essendo delle specie aliene, con la capacità inoltre di riprodursi in questi ambienti dove erano specie sconosciute, mettono seriamente a rischio la sopravvivenza di specie indigene simili ed anche di altre specie faunistiche selvatiche autoctone. In Sardegna la presenza e diffusione di queste tartarughe “esotiche” mette a rischio la sopravvivenza della tartaruga d'acqua dolce autoctona, Emys orbicularis, in quanto il Genere Trachemys è costituito da individui più grandi e più forti. La diffusione di questa specie aliena è quindi motivo di forte preoccupazione a cagione della tartaruga autoctona dei fiumi sardi appena descritta ed anche delle specie ittiche e di altri anfibi che naturalmente vivono e frequentano gli specchi d'acqua dolce.

La situazione di Monte Urpinu. Il parco urbano comunale di Monte Urpinu sebbene non reputato in modo esplicito quale centro di riproduzione della tartaruga sarda d'acqua dolce (genere Emys), ha ospitato per diversi anni alcuni individui autoctoni nei laghetti di via Leo. Ultimamente non si segnala più la loro presenza in quanto è proliferata, contestualmente, la crescita delle tartarughe delle specie aliene in oggetto. Questa proliferazione è dovuta al continuo abbandono di queste tartarughe da parte di cittadini ignoti; questi ultimi, dopo averle acquistate (da alcuni anni oramai è illegale la loro vendita, almeno per la specie T. elegans), se ne disfano magari perchè divenute troppo grandi ed impegnative nella loro gestione in casa. L'abbandono, a Cagliari, significa lasciarle negli specchi lacustri del Parco di Monte Urpinu se non, peggio ancora, nei fiumi o nelle aree umide attorno alla città. L'intervento eseguito dal personale dell'impresa appaltatrice, su specifica richiesta del dirigente del Servizio Parchi, Verde e Gestione Faunistica, era volto ad una più organica, razionale, scrupolosa organizzazione della gestione di queste tartarughe esotiche. Infatti si è deciso, nell'ambito del periodico intervento di pulizia del fondo del sistema dei laghi di via Leo, di recuperare le tartarughe esotiche che vi dimoravano, di alloggiarle temporaneamente nel vicino recinto della via Leo; mantenendole in buono stato attraverso interventi costanti di somministrazione alimentare, di acqua (in bacinelle) e di frequenti bagnature dei loro carapaci. Il temporaneo alloggiamento si era reso necessario per predisporre contestualmente un nuovo sito lacustre, appositamente dedicato a queste tartarughe. Il sistema dei due laghetti di via Vidal, sempre nel parco di Monte Urpinu. Proprio in questi giorni si è concluso il trasferimento di tutte le tartarughe esotiche catturate nei laghetti di via Leo nel nuovo sito, più adatto, dei laghetti di via Vidal. La sosta nel recinto si è resa necessaria per dare il tempo al personale dell'impresa appaltatrice di mettere in sicurezza, a tutela delle tartarughe esotiche, i laghetti di via Vidal, ora interamente recintati e muniti di accessi da e per gli specchi d'acqua e non frequentati dalle anatre e da altri volatili.

La nuova dislocazione permette di ottenere, contemporaneamente, alcuni importanti obiettivi di tutela naturalistica: 1) nei laghetti di via Leo (la precedente dimora delle tartarughe di specie esotica) dovrebbero cessare i fenomeni di aggressione e predazione a danno delle tartarughe più piccole (fra le quali le giovani autoctone) e dei giovani anatroccoli (diverse sono le segnalazioni di cittadini che hanno assistito in presenza di bambini a questi fenomeni di predazione particolarmente cruenti); 2) nei laghetti di via Vidal trovano un ambiente ideale di vita le tartarughe esotiche, protette anche da eventuali malintenzionati, grazie alla presenza di una recinzione perimetrale che, tra l'altro, ne impedisce il loro allontanamento. E' auspicabile che cessino gli abbandoni indiscriminati di tartarughe esotiche nel parco di Monte Urpinu visto tra l'altro, il mandato istituzionale dell'Ente scrivente, che non è specificamente l'organismo deputato alla gestione della fauna selvatica e della fauna aliena immessa in libertà.