Rassegna Stampa

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Perchè cancellare anche il ricordo delle fontane del centro storico?

Fonte: web Castedduonline.it
21 dicembre 2015


L'analisi di Maria Luisa Ferru sul nuovo volto di piazza Yenne tracciato dal Comune

 

Perchè cancellare anche il ricordo delle fontane del centro storico?
di Maria Luisa Ferru

Perché a Cagliari si vuole cancellare anche il ricordo delle fontane delle piazze del centro storico?

C’è stato un tempo in cui a Cagliari quasi in ogni piazza vi era una fontana, al servizio degli abitanti, degli animali e dei viandanti, fontane che costituivano anche occasione di abbellimento artistico dei luoghi.

Nelle piazze di Villanova e sant’Agostino, ancora alla fine dell’Ottocento, vi erano “ famose fontane a saliera” che servirono da ispirazione ad un modellino di fontana realizzato in filigrana d’argento con cui l’ orafo Francesco Corrias, attivo ad Ozieri, partecipò all’Esposizione Generale Italiana di Torino del 1884 riportandone il premio di Menzione onorevole.

Della Piazzetta Savoia, in Marina, Dionigi Scano ricorda come “nei documenti e nelle mappe del secolo scorso” fosse indicata come Piazza Fontana Nuova, fontana che in effetti è riemersa negli ultimi lavori di restauro e che gli abitanti del luogo hanno visto di nuovo sparire con grande sconcerto.

Quanto alla piazza Yenne, sempre lo Scano ricorda che “ che venne sistemata ai primi dello scorso secolo, derivò dall’antica Platea Stampacis-Piazza dello Stampace-che indubbiamente risale al periodo pisano…In questa piazza era una fontana con relativo abbeveratoio e perciò la strada, che portava a questa piazza, fu indicata con Via dell’abbeveratoio”.

Ora non c’è dubbio che la fontana esistente in piazza Yenne porti il ricordo – nella sua riformulazione di gusto moderno-di tutte le fontane che un tempo rendevano le piazze utili e gradevoli, essendo una delle poche sopravissute.

Oltre che alla cancellazione di qualunque ricordo di fontana nelle piazze, in questi anni abbiamo assistito anche alla reintitolazione di qualcuna di esse e, in più di un caso, senza validi motivi. Fare scelte amministrative di tale tenore non è solo un procedere contro la legge di tutela dei beni ambientali. E’ anche un crimine contro la cultura: col rimaneggiamento dei luoghi (e quello annunciato per piazza Yenne è il secondo nel giro di poco più di un decennio) si perde la conoscenza storica più immediata: quella che si comunica col solo guardare.

Il rimaneggiamento sconsiderato dei luoghi non contribuisce a tenere viva la conoscenza del patrimonio artistico scomparso: in epoca barocca, nel 1603 come ricorda sempre lo Scano, per le fontane del quartiere Castello il Consiglio civico si servì dell’opera dello scultore Scipione Aprile. Quello stesso scultore al quale agiati cittadini cagliaritani -quale Cristoforo Portugues- chiedevano la realizzazione di fontane con statue per l’abbellimento dei loro spazi privati. Oggi di tutto ciò ci resta solo il ricordo storico.

Per non aumentare il disorientamento degli abitanti e la misconoscenza dei Sardi sul loro passato, occorre quindi un’immediata inversione di tendenza che segni la fine degli sconvolgimenti del paesaggio urbano e, nello stesso tempo, dia inizio alla tutela e alla valorizzazione dell’esistente.

La mancanza di targhe storiche che raccontino il passato dei luoghi, per fare un solo esempio di ciò che si può fare in tempi rapidi, impedisce la formazione naturale nel cittadino della memoria storica del luogo e non favorisce certo la nascita e la crescita della coscienza civile e sociale delle nuove generazioni.