Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il “Novecento” di sangue secondo Antonello Fresu

Fonte: L'Unione Sarda
21 dicembre 2015

Esposizioni All'Exmà di Cagliari a cura di Giannella Demuro e Ivo Serafino Fenu

 

 

L e immagini dei soldati che sporgono dalle lamiere. Baionette, maschere antigas, corazze forate dalle pallottole. È stato anche questo il “Novecento”, titolo della mostra di Antonello Fresu allestita all'Exmà a Cagliari sino al 21 febbraio. È raccontato attraverso le guerre, questo secolo che ha germinato altre guerre. La storia, magistra vitae secondo Cicerone, non ha insegnato niente. Nella Sala delle Volte, gli sfondi arrugginiti di lastre metalliche ospitano foto reperite ovunque, anche in rete, di militari con vecchie divise. E mettono in luce particolari in genere ignorati, come le maschere in lattice e le protesi che erano applicate agli sfigurati e ai menomati .
E i due aspetti della vita: i combattenti al fronte e le placide consuetudini dei civili che continuavano a scrivere poesie. Su questi quadernetti, come sugli atti notarili, Antonello Fresu ha applicato le foto degli album forniti ai militari affinché redigessero un diario delle loro giornate e vittorie. Sono in posizione frontale, le Guardiane dei campi di concentramento e gli ufficiali delle Shu-tzstaffel, e con le braccia alzate, gli ebrei del Ghetto di Varsavia. Roba del passato- si sperava- Hermann Hesse in manette e Hitler il conquistatore . Sfilano, in questa esposizione di forte presa emotiva, le facce degli imputati al processo di Norimberga. Hanno un cartellino col loro nome e le espressioni indecifrabili dei colpevoli che non si sentono tali.
Alla fine del percorso, una sorta di ufficio con i progetti dei lager di Mauthausen e Auschwitz. Disegni vergati con matite e righelli da ottimi geometri. Sono di tutte le nazionalità, questi militari che fecero la Prima e la Seconda guerra mondiale e c'è un'installazione video dedicata ai caduti della Sardegna. Furono “Tredicimilaottocento” e i loro nomi, iscritti nell'Albo d'Oro, scorrono in sequenza su tre grandi monitor posti all'ingresso dell'Exmà. Fuori, nel cortile, la sagoma in legno di un Fiat Falco.
“Novecento”, curata da Giannella Demuro e Ivo Serafino Fenu, ha in catalogo uno scritto di Savatore Mannuzzu ed è realizzata col contributo della Fondazione Banco di Sardegna in collaborazione con Camù, il PAV Time in Jazz, l'associazione culturale Isolasenzatitolo. La ricerca dei materiali è durata anni, dice Antonello Fresu, psichiatra attratto dalla pluralità delle voci e dalle antitesi . La rassegna comprende le copertine di Tempo e Life, che riportavano i fatti come semplice cronaca. Fitta di rimandi, la mostra si estende al piano superiore dando testimonianza dei conflitti successivi al 1945, quelli moderni. Vietnam, Jugoslavia, Bosnia, Afghanistan, Iraq, in una geografia di sangue . Diorami, il clik clak dei proiettori delle diapositive, il fuoco amico dei bombardamenti della Nato. Infine, per rammentare le macerie che impolverarono anche Cagliari, la proiezione della processione di Sant'Efisio filmata da Marino Cao: al ralenty, per meglio riflettere sulle parole di Salvatore Quasimodo: «Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo» .
Alessandra Menesini