Tra qualche giorno, brioso anticipo dei doni di Natale, il sindaco Massimo Zedda riceverà dalla Regione una lettera che lo invita a modificare il Piano urbanistico e la destinazione d'uso del vecchio ospedale Marino: dopo soli sette anni, durante i quali si era prospettata la nascita di una clinica a mezza strada tra fisioterapia e fitness, in Regione hanno pensato che non era più il caso, meglio farne un albergo. La deduzione, trattandosi di un bellissimo rudere affacciato sul mare del Poetto dove la sabbia è ancora sabbia, non richiedeva eccessivi sforzi mentali eppure ci si è arrivati soltanto ora, snobbando peraltro il progetto di un imprenditore che aveva vinto l'appalto per farne una casa di cura. E allora? Si è semplicemente cambiato idea. Il fatto che già da anni Zedda avesse alzato il ditino (e con lui il deputato Pierpaolo Vargiu) per restituire al Marino la sua vocazione naturale, è irrilevante. A difesa della Regione si potrebbe ricordare che, secondo un autorevole pensatore, non cambiano idea soltanto gli stupidi e i morti. Sette anni di riflessione lasciano aperta qualunque ipotesi: decidete (con calma, s'intende) a quale categoria iscrivervi.