Rassegna Stampa

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Il Pm punta sugli sponsor di Crivellenti per provare l’abuso d’ufficio di Zedda

Fonte: web sardiniapost.it
17 dicembre 2015

 

È il processo a carico del sindaco Massimo Zedda. Ma l’udienza di stamani (con tutta probabilità la penultima) è apparsa un seguito delle polemiche attorno alla nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente dell’Ente Lirico di Cagliari. Al centro delle domande che il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha posto ai testi citati, ci sono state le pressioni che Gianni Letta, ex braccio destro di Silvio Berlusconi, avrebbe fatto sull’ex sovrintendente (dal 2004 al 2011) Maurizio Pietrantonio per far assumere la Crivellenti al teatro di via Sant’Alenixedda. La vicenda è avvenuta nel 2008, quindi quattro anni prima che la manager di Bari venisse scelta da Zedda e quando nessuno ci pensava.

Il fatto è che il processo ruota attorno a una fondamentale questione tecnico-giuridica. L’ha riassunta l’ex pm Mario Marchetti, citato come teste a difesa in qualità di ex componente del Cda e poi del Consiglio d’indirizzo del Lirico: “Si ha abuso d’ufficio – ha ricordato – quando un pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, produce, nell’esercizio delle sue funzioni, un danno o un vantaggio patrimoniale. Ciò di cui non se ne vede traccia in questo processo”. Per il resto l’interrogatorio dell’ex pm è stato dedicato all’analisi di alcune questioni relative alle precedenti gestioni del Lirico.

Marchetti la puntualizzazione l’ha rivolta, da ex collega, proprio al pm Pilia, il quale, giusto poco prima, si era opposto alla citazione di Marchetti in quanto “indagato, da questa Procura, per diffamazione dopo una querela presentata dall’ex sovrintendente Mauro Meli“. La richiesta, però, è stata respinta dal giudice Claudio Gatti dopo una breve camera di consiglio.

Resta il fatto che nel processo Zedda appare come un problema individuare questa “traccia” a cui si è riferito il teste Marchetti, e cioè il “danno del vantaggio patrimoniale” che dalla nomina della Crivellenti sarebbe derivato a Zedda. La ricerca dell’accusa pare partire da lontano: dall’individuazione dei presunti sponsor della manager.

Ed ecco la “raccomandazione” di Letta. Della circostanza se n’era parlato anche nella precedente udienza, il 18 novembre, e oggi il fatto è stato confermato in aula dallo stesso Pietrantonio. “Non possono dirmi amico di Letta, avevamo solo rapporti istituzionali”, ha tenuto a precisare. Poi, quando gli è stato ricordato delle quattro lettere che si scambiò con l’ex sottosegretario di Berlusconi, Pietrantonio ha confermato che Letta gli raccomandò di “non dimenticarsi di Marcella”. La Crivellenti venne effettivamente assunta da Pietrantonio nel 2008, con un contratto a termine di sei mesi (rinnovato una volta), per coordinare la biglietteria.

Sul tema della raccomandazione di Letta, sono state sentite anche Silvia Spano, viola di fila nell’orchestra di via Sant’Alenixedda, e Luisa Sclocchis, impiegata del Lirico da gennaio 2009 allo stesso mese del 2011. Entrambe hanno detto di aver appreso da Pietrantonio questo “retroscena sulla assunzione della Crivellenti”. Poi, a sorpresa, il Pm ha domandato alla  Spano se fosse a conoscenza del fatto che Letta era stato testimone di nozze di Salvatore Nastasi, l’ex direttore generale degli Spettacoli dal vivo del Ministero dei beni culturali che un mese fa, sentito come teste, aveva detto tra l’altro: “Il  problema del Lirico di Cagliari erano i debiti, non la Crivellenti”. La cosa è finita lì. Non ci sono state altre domande sul punto. Ma è apparso chiaro che il pm intendeva suggerire la possibilità che sia stato proprio Nastasi, per la sua vicinanza a Letta, a sponsorizzare la Crivellenti con Zedda.

L’udienza è andata avanti con l’interrogatorio di Maria Cristina Mancini e Alessio Loi, rispettivamente Direttore generale del Comune di Cagliari ed ex dirigente del Consiglio regionale. Loi è stato anche Direttore amministrativo del Lirico dal giugno all’agosto del 2009 e poi componente del Consiglio di indirizzo per un anno tra il 2014 e il 2015.

I due testimoni hanno sottolineato che il “disavanzo che nel teatro di Cagliari si trascina da anni e anni”. Ma, soprattutto, hanno ricordato che al Lirico “per troppo tempo sono stati messi a bilancio crediti insussistenti“. Ovvero somme, anche superiori ai 2 milioni di euro, inserite nei documenti contabili, “ma non esigibili in quanto le obbligazioni a monte non erano state giuridicamente perfezionate”. Questa pratica non si sarebbe interrotta con la Crivellenti. Ma anche questa circostanza è rimasta sospesa. Tuttavia, nella logica dell’accusa, sembra essere un altro elemento ritenuto utile per l’individuazione della famosa “traccia”. Il pm ha detto: “Senza i crediti inesigibili, anche la gestione Crivellenti si sarebbe chiusa in rosso (la manager registrò invece un utile di esercizio pari a 29mila euro).

Il giudice Gatti ha fissato per il prossimo 16 febbraio l’ultima udienza del processo: saranno sentito ancora due testi della difesa e poi ci sarà l’esame dell’imputato. Quindi – a circa tre mesi dal termine per le candidature alle amministrative – la sentenza. Massimo Zedda anche oggi era in aula, seduto tra i suoi legali Giuseppe Macciotta e Fabio Pili.

Alessandra Carta
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