Rassegna Stampa

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Non più “mini città metropolitana”: Sassari diventa “rete metropolitana”

Fonte: web sardiniapost.it
16 dicembre 2015

 

È il nuovo giro di valzer sulla riforma degli Enti locali: Sassari, che sembrava dover diventare una mini città metropolitana insieme a Olbia, Nuoro, Oristano, Carbonia e Iglesias (si erano autoescluse Quartu e Alghero), ha ottenuto un riconoscimento migliore: verrà ‘promossa’ a Rete metropolitana da “equiparare” poi “alla Città metropolitana di Cagliari”.

Così risulta dagli emendamenti presentati dal Partito democratico al Dl 176, dopo la proposta dell’Anci Sardegna che la settimana scorsa ha riunito i sindaci chiedendo un diverso riconoscimento per le città con oltre 25mila abitanti. La soluzione trovata era stata quella delle mini città metropolitane: tecnicamente l’Associazione dei Comuni parlava di Città medie e con questo verranno inserite nella legge. Ma rispetto al modello Anci, la soglia minima di popolazione salirà a 30mila abitanti e soprattutto sarà prevista la Rete metropolitana di Sassari che è qualcosa di più rispetto alla mini città metropolitana.

La definizione di Rete è prevista con un emendamento che corregge l’articolo 2. È scritto: “Per rete metropolitana s’intende l’Unione di Comuni costituita da almeno due città medie contermini, la popolazione delle quali sia superiore a 150mila abitanti e nel cui territorio siano presenti sistemi di trasporto, quali porti e aeroporti, di interesse nazionale”. Insomma, un abito sartoriale cucito a misura di Sassari, città media insieme ad Alghero: l’una, in questo modo, può sommare i suoi 127.625 residenti ai 44.082 della confinante catalana fino a raggiungere e superare la quota richiesta dalla legge.

Quanto ai requisiti relativi ai trasporti, anche questo aspetto non è lasciato al caso: se lo scalo aereo lo porta in dote Alghero, quello marittimo sarà prerogativa di Porto Torres che, ugualmente, si unirà alla partita. Ma siccome per precedenti accordi politici, con Sassari dovranno andare anche Sennori e Sorso, ecco l’ulteriore comma che fa quadrare pure questi due ingressi: “Alla rete metropolitana – si legge – possono aderire uno o più Comuni contermini tra loro o con le città medie”.

Infine, l’equiparazione della Rete metropolitana alla Città metropolitana, un passaggio, questo, che per i sassaresi sembra una questione di vita o di morte. Per raggiungere il traguardo, il Pd ha preparato un altro emendamento che modifica l’articolo 8 della riforma. Al comma 4 è precisato che “l’equiparazione” dovrà valere sia “ai fini dell’assegnazione di risorse statali o europee”, sia “nell’esercizio delle funzioni di promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale”. In buona sostanza, seppure con nome diverso, la Sardegna arriverà ad avere due Città metropolitane. Solo che una, quella di Sassari, verrà chiamata Rete.

Questo percorso, sempre stando all’emendamento all’articolo 8, dovrà essere concordato dalla Giunta con la commissione paritetica Stato-Regione, quella che si sta occupando di scrivere le norme di attuazione allo Statuto sardo. L’Esecutivo “dovrà presentare uno schema di decreto legislativo entro trenta giorni dall’approvazione della presente legge”.

Politicamente resta da capire se il presidente Francesco Pigliaru, contrarissimo ad avere due città metropolitane (leggi qui la posizione del governatore), accetterà una simile modifica alla riforma. Per il centrosinistra non sono giornate facile: sul Dl 176 la maggioranza sta dando l’impressione di marciare senza bussola, viste le tantissime modifiche (con annesse marce indietro) sinora presentate.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)