Rassegna Stampa

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Riforma degli Enti locali, spuntano le mini città metropolitane

Fonte: web sardiniapost.it
10 dicembre 2015

 

Sei mini città metropolitane, da istituire a Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano, Carbonia e Iglesias. Lo propone l’Anci Sardegna, l’associazione dei Comuni che sta chiedendo a Giunta e Consiglio regionali di correggere ancora la riforma degli Enti locali, quella che deve disegnare la nuova organizzazione amministrativa dell’Isola senza più le Province. E subito verranno cancellate quelle nuove (cioè il Sulcis, il Medio Campidano, l’Ogliastra e la Gallura), mentre la soppressione degli enti intermedi storici spetterà al Parlamento.

Secondo lo schema dell’Anci, le mini città metropolitane (da chiamare città medie) possono nascere in quei centri con una popolazione superiore ai 25mila abitanti. E in Sardegna, oltre a Cagliari, rientrano nella tipologia appunto Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano, Carbonia e Iglesias.

Ovviamente, a leggere la faccenda in filigrana, la proposta ha un preciso valore politico: l’Anci, che per tutto il week-end ha riunito una task force di sindaci, sta dando voce a quei territori contrari al riconoscimento di Cagliari come unica città metropolitana. Ecco quindi l’escamotage a misura di scontenti.

Formalmente, la proposta dell’Anci recupera quell’attenzione per le città medie manifestata da Francesco Pigliaru nell’incontro del 2 dicembre proprio con l’Anci. E in quell’occasione, nell’ottica di placare i malumori, il governatore aveva parlato di una programmazione specifica per i centri di medie dimensioni. Di lì la palla al balzo colta dall’Anci.

La cartina di tornasole per capire il significato politico della proposta Anci, è dato proprio dal fatto che gli organi amministrativi previsti per Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano, Carbonia e Iglesias sarebbero identici a quelli della Città metropolitana di Cagliari, quindi col sindaco del centro più grande destinato a diventare in automatico il ‘capo metropolitano’.

Le città medie, tuttavia, vengono proposte dal’Anci come un’opzione da ottenere con una richiesta alla Regione, “passati trenta giorni dall’approvazione della legge”. Questo, in alternativa alle Unioni dei Comuni, considerate dalla Giunta l’ente locale base del dopo Province. Ma anche su questo l’Anci si è detta contraria. “Le Unioni – spiega il presidente Pier Sandro Scano – devono mettere insieme i Comuni, non cancellarli. E lo diciamo anche in riferimento ai centri più piccoli, perché i nostri paesi sono il patrimonio speciale della comunità sarda”.

Adesso si tratta di capire se il centrosinistra accoglierà (o meno) la proposta dell’Anci. Maggioranza e sindaci possono trattare sino a martedì prossimo, quando è di nuovo convocato il Consiglio.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)