Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«No al trasferimento in periferia»

Fonte: L'Unione Sarda
4 dicembre 2015

SCUOLA. Gli edifici che ospitano i tre istituti hanno bisogno di interventi di manutenzione

Alberti, Martini e Motzo: assemblea comune con alunni e prof

«Più istruzione, meno speculazione»: lo slogan è condiviso, la partita su tre campi. Da una parte c'è il liceo scientifico Alberti, dichiarato prossimo al trasloco - e miracolosamente graziato da una proroga -, segue l'istituto tecnico Martini: destino incerto, con l'incognita della migrazione a Monserrato. E infine il liceo classico Motzo di Quartu, svuotato per consentire lavori urgenti nella struttura (con conseguente esodo degli allievi in sei diverse sedi). Troppi movimenti per non scatenare polemiche.
Studenti, genitori, insegnanti e dirigenti scolastici: combattono la stessa battaglia, contro «una progressiva delocalizzazione che sta portando tutte le scuole di Cagliari in periferia». Lo dicono e lo ribadiscono, dall'Aula magna di via Ravenna, sede staccata dell'Alberti. L'occasione è l'assemblea pubblica organizzata dal forum delle associazioni “Scuola Università Ricerca” e dal Cidi, Centro di iniziativa democratica degli insegnanti. La scuola non si sposta, la scuola al primo posto : messaggio chiarissimo, sin dal titolo scelto. «Ogni volta che un istituto viene spostato va a finire in periferia», osserva Gianna Lai, rappresentate del Cidi. «Non è tollerabile né in linea con l'immagine di Cagliari capitale della cultura di cui parlano i politici», punzecchia. «È il mese dei diritti, ricordo ai nostri amministratori che esiste anche il diritto all'istruzione». Il microfono passa a Rosa Pistis, madre di un'alunna del Martini: «Sono assolutamente contraria al trasferimento. È necessario trovare altre soluzioni che consentano ai ragazzi di restare vicino alla loro sede». Gabriella Carcangiu ha un figlio all'Alberti, l'altro nell'istituto di via Sant'Eusebio, «strutture scelte anche perché facilmente raggiungibili. Mandando gli studenti fuori dalla città si creano disagi a loro e alle famiglie».
Le proteste aumentano, fuori e dentro le scuole pericolanti. C'è anche chi ha chiesto il nullaosta per il trasferimento in altri istituti. Intanto la Provincia (che ha la responsabilità degli istituti superiori), dopo la strage sfiorata al Dettori - nel 2013 - continua i controlli a tappeto. Improvviso eccesso di zelo, arrivato dopo anni di menefreghismo. Morale: il rischio è rientrato per l'Alberti. «Abbiamo ottenuto un proroga di cinque anni», spiega il dirigente Raffaele Rossi. «È un primo risultato ma bisogna iniziare a muoversi per scongiurare il rischio che nel 2020 ci si ritrovi al punto di partenza». Gli studenti del Motzo hanno dovuto chiedere ospitalità ad altri istituti, resta l'incognita del Martini. Le informazioni sono confuse, l'unica certezza è il documento arrivato dagli uffici della Provincia in cui si parla di «lavori urgenti di manutenzione».
Sara Marci