Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sempre pronto a riparlare di stadio»

Fonte: L'Unione Sarda
24 marzo 2009

Sant'Elia. Il primo cittadino giustifica i ritardi del Comune e parla di nuove prospettive

Il sindaco su Cellino: «Grande dirigente, perché mi attacca?»

Il primo cittadino introduce il tema delle possibilità offerte dalla zona franca urbana introdotta a Sant'Elia: «Le società interessate, in accordo con Cellino, potrebbero finanziare parte del nuovo stadio».
Preferisce non alimentare la polemica e si prepara (forse) ad affidarsi alle diplomazie parallele per riallacciare i rapporti con il presidente del Cagliari Massimo Cellino, che è tornato ad attaccarlo sulla questione stadio. Il sindaco Emilio Floris, respingendo le accuse di immobilismo, ribadisce di essere tifoso della squadra rossoblù e promette di spendersi per trovare una soluzione.
Cellino ha detto basta, la partita stadio è chiusa definitivamente?
«Che il Comune decida di fare uno stadio prendendo l'iniziativa è impensabile. Anche se mi rendo conto che l'attuale Sant'Elia va rivisto in maniera profonda».
Perché tutti questi mesi di silenzio?
«Dalla stampa ho appreso che non era più interessato e che aveva scelto Quartu. Anche se non ho mai accettato l'idea che la squadra della nostra città possa giocare lontano da qua».
Una mozione della maggioranza le imponeva di convocare un tavolo tecnico con la società entro il settembre scorso. Perché non lo ha fatto?
«Ci sono stati problemi burocratici, legati anche ai vincoli che la precedente Giunta regionale aveva imposto alla zona di Sant'Elia. Erano arrivati anche a ipotizzare un insediamento urbano nella zona su cui oggi insiste lo stadio (il piano Rem Kolhaas), mancavano certezze sugli strumenti di sviluppo che avremmo dovuto prevedere. E, poi, è mancata la conferma dell'interesse da parte del Cagliari».
I rapporti tra lei e Cellino sono ormai irrecuperabili?
«Io non ho niente contro Cellino, anche se mi attacca. Lo ritengo un grande dirigente sportivo, ha dimostrato sul campo di esserlo. Quando dice di aver fatto miracoli tenendo il Cagliari nelle parti nobili della serie A pur avendo a disposizione risorse limitatissime dice il vero. E per questo va apprezzato ed elogiato».
E allora perché è sembrato che lei non volesse accontentarlo?
«Anzitutto va ricordato che il Comune fa pagare al Cagliari un canone d'affitto solo simbolico per lo stadio. E già questo è un aiuto. Ma non abbiamo le risorse per costruire uno stadio a spese nostre né per alienare l'area di quello attuale a costo zero. Si possono pensare a modifiche, a una riedificazione, che andranno però fatte a spese di chi si propone per gestirlo».
È possibile demolire o ricostruire?
«Noi puntiamo sul quartiere di Sant'Elia, sulla sua riqualificazione urbana ed economica. Penso anche alle opportunità che ci offrirà la nuova zona franca urbana decisa dalla Regione. Il Cagliari, ad esempio, potrebbe offrire una compartecipazione all'investimento alle società che si insedieranno in quella zona, magari in cambio di uffici all'interno del nuovo stadio».
Questa è una novità. Ne avete mai parlato col Cagliari?
«No, perché la situazione economica è in evoluzione. Capisco Cellino quando dice che c'è la crisi globale e che è difficile pensare di fare debiti per investimenti. E allora si potrebbe cercare una nuova forma di finanziamento».
E nel nuovo quartiere che immagina lei che spazio avrebbe lo stadio?
«Circondato da parcheggi ma anche da una importante zona di verde pubblico, che sogno collegata con Molentargius e con le aree verdi e attrezzate che vorremmo realizzare a San Bartolomeo».
Libro dei sogni o ipotesi concreta?
«Ipotesi legata ai finanziamenti per lo sviluppo che arriveranno dall'Europa».
Se tornasse indietro rifarebbe la battuta sul Cagliari avviato verso la B dopo le cinque iniziali sconfitte?
«Quelle parole non le ho mai pronunciate e nemmeno pensate. Non sono un ultras ma comunque un tifoso. E, calcisticamente, mi fido delle scelte del presidente Cellino».
ANTHONY MURONI

24/03/2009