Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Consiglio, quanto mi costi?

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2015

 


Campagna elettorale tra santini, bollette e cene con elettori - C'è chi si affida al sostegno degli amici e chi prova a risparmiare su tutto

 

Qual è il prezzo di un'elezione in Municipio? Di destra o sinistra, centro e liste civiche, i candidati fanno i conti col portafogli prima di dare l'assalto al Consiglio comunale. Oggi come ieri. Con qualche sorpresa e prevedibili reticenze.
Quattro anni e mezzo fa, per dire, Matteo Lecis Cocco Ortu, ingegnere con un co.co.co. alla Conservatoria delle coste, fu issato al secondo piano del Palazzo civico di via Roma da 566 voti e un investimento personale modesto, a due zeri: «Cinquecento euro li ho messi di tasca, altri duemila i miei sostenitori. A maggio 2016 spero di spendere ancora meno grazie a micro contributi di cinque-dieci euro». Dice di aver sentito gli spifferi di palazzo su campagne elettorali a suon di bombole del gas pagate al popolo votante: «È una leggenda e preferisco che resti tale, l'aura di mistero rende suggestiva un'ipotesi che - risultasse vera - sarebbe discutibile».
Gianni Chessa, neo segretario cittadino del Psd'az, è una macchina che fabbrica consenso, 1316 cagliaritani l'hanno scelto - allora Udc - nel 2011: più votato del Consiglio. Impiegato dell'Asl 8, è un politico in servizio permanente effettivo che deve metà del suo capitale elettorale a Is Mirrionis e Sant'Elia: «Ho speso circa duemila euro. I classici santini a colori con la foto - solo una volta li ha pagati un amico -, il facsimile della scheda per evitare che la gente sbagli e poche altre cose». Le cene con i sostenitori? «Da quindici anni le faccio mensilmente con gli amici, non aspetto mica gli ultimi due mesi. Così come affitto tutto l'anno una sala che ospita ottocento-mille persone». Giura di non aver mai garantito un posto di lavoro: «Prometto il mio impegno. Ho sempre detto vedo cosa posso fare . Se qualcuno ha capito male sono problemi suoi». Sulle spese dei colleghi preferisce soprassedere. Si augura solo la proverbiale parsimonia di alcuni resti confinata alla vita privata: «Ognuno è fatto a modo suo, ci sono persone - anche amici - che non ti offrono neppure un caffè, ma proprio mai». Un consigliere che partecipa a venti riunioni al mese percepisce 1030 euro, ad agosto e a dicembre molti meno. Ma più dei soldi può il potere, declinato in tanti modi: «Il bilancio è una scelta politica, quindi si può incidere. Puoi sostenere un'opera invece di un'altra, e io ho fatto capire che certi interventi erano più urgenti».
Edoardo Tocco, vice coordinatore provinciale di Forza Italia, alle ultime elezioni ha messo assieme 887 preferenze: «Mi aiutano sempre alcuni amici, cinque-seimila euro in tutto. È chiaro che se lavori sempre sul territorio i costi si riducono». Non ha nessun problema ad ammettere che, fuori dalla campagna elettorale, «capita di fare la spesa a persone bisognose o pagare una bolletta dell'Enel». È politica anche questa, o no?
Paolo Paolini