Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«E se acquistassimo il Convento?»

Fonte: L'Unione Sarda
9 novembre 2015


Il soprintendente: Regione e Comune potrebbero fare un'offerta - Dopo le forti polemiche sul restauro del complesso trecentesco previsto da un imprenditore

 

«Salga pure, così lo vede da quassù». Sesto piano di una palazzina di via Mameli: la gentile ottantenne dal balcone di casa ha fatto da spettatrice agli ultimi decenni di storia del convento trecentesco di San Francesco. «È un rudere, gli interventi sono sacrosanti». Sono previsti nuovi volumi, lo sa? La signora si ritrae: «Non lo sapevo». E l'espressione diventa dubbiosa. La stessa che assume probabilmente Fausto Martino, soprintendente alle Belle arti e paesaggio, quando legge e rilegge le carte. Sono quelle che riguardano “un importante museo d'arte contemporanea”, che “sarà realizzato gratuitamente per la città'', firmato Fondazione Scano-Lecca. Carlo Luigi Scano è l'imprenditore che ha acquistato il convento da un altro privato, è proprietario insieme alla moglie del palazzo della Rinascente, dove campeggia lo stesso foto-annuncio di via Mameli.
IL TORMENTO «Sa che le dico? Sono d'accordo con la presidente del Fai Maria Antonietta Mongiu quando dice che quel bene dovrebbe essere di proprietà pubblica, è un pezzo di storia di Cagliari. Se lo fosse stato, l'intervento avrebbe potuto prescindere da qualsiasi rendita: sarebbe stato semplicemente sottratto all'abbandono, tutto qui». E non è finita, Martino spariglia le carte e chiede di rimescolarle. A tutti: «Ci sono i presupposti per intavolare una trattativa, se Regione e Comune si mettono insieme possono formulare magari una proposta di acquisto».
DIETROFRONT Ecco la proposta: «Ci sediamo attorno a un tavolo per capire che margini di trattativa ci sono. Ritengo che le critiche non siano infondate, credo che siano legittime e meritino di essere approfondite». In sintesi le critiche sono quelle (fatte dalla Mongiu) sul complesso medievale passato «ad un altro privato che prevede persino una “foresteria” costruendo un primo piano, già rudere quando lo visitarono Giovanni Spano e Gaetano Cima, alla faccia delle leggi sulla tutela, del Piano particolareggiato del centro storico, del non adeguamento del Puc di Cagliari al Ppr del 2006, delle norme dello stesso e di quelle urbanistiche». Circa 1400 metri quadri aggiunti dopo 150 anni: volumi in un bene vincolato e identitario per il Ppr.
CRONISTORIA Il soprintendente Fausto Martino ricostruisce: «Per effetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio, è necessario esercitare una procedura che consente il diritto di prelazione. Purtroppo noi non avevamo copertura finanziaria. Allora girammo la possibilità di esercitarlo a Regione, Provincia e Comune. La Regione rispose che non era interessata, con la nota dell'8 marzo 2012, a firma dell'allora direttore del servizio Beni culturali. Quello è stato l'inizio dei problemi». Ma la Soprintendenza ha dato il via libera: «Il progetto è stato approvato più volte da chi mi ha preceduto, nel 2014, già in precedenza era avvenuto varie volte per modeste varianti. Ma se ora dovessimo imporre una normativa di tutela inibitoria, sarebbe come un esproprio. Dovrei esporre l'amministrazione a danni rilevanti, tornare indietro non è facile. Noi che abbiamo condiviso il progetto, siamo chiamati a rivederlo: ma se lo facessimo saremmo in un mare di guai con richieste risarcitorie».
IL PROPRIETARIO Carlo Luigi Scano al telefono ha poca voglia di parlare del progetto. È amareggiato - rivelano i collaboratori - i volumi previsti esistevano. In sostanza si starebbe ripristinando - sottolineano - non aggiungendo. Pare che l'imprenditore ogni tanto si sfoghi e si dica stupito delle resistenze. Tutta la struttura verrà consegnata gratuitamente a una cooperativa di giovani, questa l'idea. Per comprendere il progetto, Scano rimanda a un video, girato come un documentario, pubblicato su You Tube. «Solo a guardarlo viene voglia di prendersene cura - dice la voce narrante - è un'operazione costosa che grazie alla passione di un imprenditore potrebbe essere realizzata nel giro di poco tempo». Opera per i giovani «orfani di una visione moderna dell'arte».
Mariangela Lampis