Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La paura dopo gli abusi

Fonte: L'Unione Sarda
9 novembre 2015


Medau su Cramu, 140 richieste di sanatoria - L'assessore: «A rischio le case costruite prima del '79»

 


«Madonna del Carmine, pensaci tu». Una preghiera fugace dei residenti, davanti all'altarino che un artista ha piazzato in strada, per scacciare l'immagine delle ruspe. «Su Cramu significa Carmine, sa?», dice Ernesto Curreli, presidente della comunione di Medau Su Cramu, rieletto qualche settimana fa. «Tutti noi abbiamo paura, certo». La demolizione della casa dei Porcu turba il sonno di molti. Per la precisione, centoquaranta famiglie: «È il numero delle domande che abbiamo ricevuto per la sanatoria», dice l'assessore comunale all'Urbanistica Paolo Frau. «Altre sessanta riguardano, invece, il Comune di Quartu».
CHI DEVE TEMERE Il clima è diventato pesante: «Nessuna reazione a catena, non vogliamo creare una psicosi ingiustificata. Quello della prima casa è stato un caso particolare, la situazione più eclatante, davanti alla richiesta della Procura di ottemperanza degli obblighi di demolizione non potevamo fare altrimenti». E ora cosa accadrà, chi rischia la stessa sorte? «Molte richieste di sanatoria non riguardano l'intero fabbricato, si tratta di edifici che presentano ampliamenti con una parte legittima e l'altra no. E ci sono tante recinzioni. Sono aspetti che devono comunque essere verificati in sede d'istruttoria», spiega l'assessore. Tra i residenti si vocifera, però, che al momento esistono tre ordini di demolizione.
LA RICOGNIZIONE I tempi si dilateranno, in ogni caso: «Stiamo sistematizzando l'insieme di informazioni che vannno verificate in maniera accurata. La Forestale ha fatto tanti sopralluoghi negli anni. Nel 2016 si faranno grandi passi avanti, siamo seduti attorno un tavolo tecnico. Sulla base delle documentazioni, che la Regione si sta impegnando a “organicizzare”, si potrà verificare se ci saranno i requisiti previsti dalla normativa per poter sanare o meno. In seguito alla definizione di questo quadro agiremo di conseguenza. Ci saremmo dovuti trovare in presenza di terreni coltivabili con piccole strutture di servizio e invece c'è chi ha continuato a costruire, anche in tempi abbastanza recenti, in presenza di un tale intreccio di vincoli che era impossibile snobbare senza saperlo».
IL VINCOLO A rischiare più di tutti sono i cittadini che hanno costruito prima del 1979, data spartiacque. Spiega perché lo stesso Frau: «La difficoltà nell'affrontare la situazione della sanatoria era legata all'interpretazione delle norme. L'entrata in vigore del Piano territoriale paesistico, pubblicato sul Buras nel 1979, era stata messa in discussione ed era stata chiesta la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, che avvenne nel 1992. Il problema è stato risolto nel 2015, con due sentenze del Consiglio di Stato: la normativa è in capo alla Regione, dunque la data è il '79».
IL RISANAMENTO Quello che oggi appare chiaro «non lo era anni fa», dice Ernesto Curreli. Ma in quanti hanno costruito dopo quella data? «Eh - sospira - non sono pochi. Nessuno negli anni Ottanta sapeva dei vincoli ambientali. Sono case di prima necessità costruite in assenza di regole precise». Ma sapeva che aveva una destinazione agricola? «Ripeto, sono prime case, mica ville. Questa zona, prima che arrivassimo, era praticamente deserta: o meglio, era diventata terra dei cacciatori di frodo. Molti di noi li hanno mandati via». Per Curreli lo stesso Comune riconosce Medau Su Cramu come quartiere: «Qua ha dato la disponibilità dell'acqua, ha attivato la raccolta dei rifiuti e acquisito la toponomastica».
Mariangela Lampis