Rassegna Stampa

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Cagliari città capitale: “Un’officina della cultura sarda nell’ex carcere”

Fonte: web sardiniapost.it
9 novembre 2015

 

Prende forma il programma della coalizione Cagliari Città Capitale in lizza per le comunali di maggio 2016: si parte dal motto “usare bene i beni di tutti” e con la partecipazione di attivisti e simpatizzanti  si elaborano nuove politiche di gestione dei beni pubblici. E le nuove destinazioni d’uso delle strutture dismesse. Come l’ex carcere di Buoncammino, individuato come sito ideale per edificare la casa della cultura sarda. Vale a dire, un luogo in cui raccontare la storia dell’Isola, mandare in scena opere teatrali, organizzare esposizioni, attivare laboratori pratici dedicati ai mestieri tradizionali e insegnare la lingua. In altri termini, un luogo capace di offrire ai turisti uno spaccato culturale dell’isola e, soprattutto, di dare ai sardi la possibilità di riappropiarsi del proprio background culturale.

La proposta è emersa nel corso del primo laboratorio partecipativo di Cagliari Città capitale o –  stando alla terminologia degli organizzatori – “Ost” (Open Space Technology), pratica già utilizzata da Sardegna Possibile durante la campagna elettorale del 2013-2014. Riuniti in sottogruppi tematici, i partecipanti hanno discusso anche di politiche abitative, beni militari dismessi e delle altre strutture che compongono il patrimonio pubblico. “Si parla della valorizzazione dei beni militari dismessi da almeno dieci anni, alcuni sono stati restituiti alla collettività 25 anni fa, ma ancora oggi la maggior parte non viene utilizzata. Ecco perché è necessario mappare le strutture e individuare nuove modalità di gestione che vedano l’associazionismo in prima linea. La formula individuata è semplice ed efficace: si offrono servizi e non si paga il canone di locazione.

Naturale per i simpattizanti della coalizione collegare la questione delle servitù militari e delle altre strutture ad uso abitativo del del patrimonio alla questione casa. Ad esempio, si possono utilizzare questi stabili per dare un tetto a chi non ce l’ha o a chi non trova spazio in graduatoria. “Il problema abitativo si risolve anche con le decine di milioni di euro che Area, azienda regionale per l’edilizia abitativa ha in cassa ma non spende. Particolare attenzione, poi, si deve rivolgere alle nuove figure dell’emarginaziona, come padri e madri divorziati o single”, spiega il consigliere comunale di Cagliari Enrico Lobina. “Di certo, quello della casa sarà un tema che terrà banco nei prossimi mesi, anche perché le politiche dell’attuale amministrazione si sono rivelate assolutamente insufficienti”.

P.L.