Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nel Corso i fori romani

Fonte: L'Unione Sarda
3 novembre 2015

La proposta

Maria Francesca Chiappe Levare le protezioni, innanzitutto, e far vedere gli scavi, perché l'archeologica urbana dev'essere trasparenza. E poi, pensarci seriamente e chiudere tutto. Non lo scavo, no. La strada: chiuderla alle auto. Pedonalizzare il Corso e fare di quell'area, seppur piccola, il più grande scavo archeologico di Cagliari. Come Roma, Marsiglia, Parigi.
Il lavori sui sottoservizi hanno svelato quel che si sa perché via Sassari e via Giomaria Angioi erano due strade romane e il Corso è stata la via con la più alta densità di insediamento dal periodo romano-repubblicano fino a tutto il Medio Evo. Bloccare per scavare e studiare, certo, ma perché non tentare un passo ulteriore? Allargare quello scavo significa offrire un altro pezzo di città ai visitatori assetati di storia, facendo di quella zona una nuova tappa del percorso turistico-culturale.
Da piazza Yenne fino all'incrocio con via Portoscalas, Stampace basso potrebbe trasformarsi nei fori romani cagliaritani. Senza il caos del traffico automobilistico. Non sono scelte facili ma si può cominciare a riflettere ora che i lavori non sono ancora conclusi e c'è il tempo di modificare progetti e viabilità. Del resto, durante l'estate, seppure solo di notte, i cagliaritani hanno deviato senza protestare verso altre strade pur di consentire la trasformazione della strada che va verso Sassari - e che la statua di Carlo Felice avrebbe dovuto indicare se non fosse stata montata al contrario sul basamento disegnato da Gaetano Cima - in una grande piazza coi tavolini all'aperto, i mercatini, la passeggiata di giovani e anziani. Una testimonianza dell'antica storia cagliaritana è un motivo importante per valutare la modifica: in un tour ricco di storia dal Corso si arriva alla Villa di Tigellio e, prima ancora, al convento di san Francesco di Stampace, sul quale sarebbe necessaria un'attenzione diversa affinché non perda la sua identità per diventare altro, lontano dalla storia.