La proposta del consigliere del Pd, Fabrizio Rodin: “Dialoghiamo subito sul futuro della struttura per evitare che faccia la fine dell'ex ospedale Marino”
Autore: Federica Lai il 23/10/2015 17:48
Tutti insieme e subito per decidere il futuro dell’ospedale San Giovanni di Dio, a Cagliari, in parte svuotato con il trasferimento di alcuni reparti nel Policlinico di Monserrato. A chiederlo dai banchi della maggioranza in Comune è Fabrizio Rodin, Pd, e presidente della commissione Politiche sociali. “La recentissima approvazione del Piano particolareggiato per il centro storico – spiega – impone anche una seria riflessione sul futuro del San Giovanni di Dio, nell'ottica di una decisione ragionata su quale possa essere una destinazione strategica per tutta la città e non un semplice utilizzo di risulta. Attualmente, infatti, non è chiaro il suo destino nel piano della riorganizzazione della rete ospedaliera e non nego che l'imminente totale trasferimento dei reparti, preoccupi sia dal punto di vista sanitario, sia dal punto di vista urbano per il conseguente rischio di abbandono totale della struttura. Per evitare che i cagliaritani, e non solo, rischino di perdere quello che è stato un punto di riferimento importante per il soddisfacimento dei bisogni di salute, occorre affrontare rapidamente il tema della ridefinizione del San Giovanni di Dio, mantenendone – a mio parere la sua vocazione originaria e chiamando tutti i soggetti coinvolti (la Regione, l'Università, il Comune, l'Azienda ospedaliero universitaria e l'Asl 8) ad intraprendere un confronto per definire insieme il ruolo di un bene così prezioso per Cagliari e per l'intera Sardegna”.
Le proposte. “Mi pare interessante rilanciare – continua Rodin - alcune idee suggestive che sono già state proposte in passato e che trovano, oltretutto, fondamento nella legge regionale 23/2014. Una di queste è di farne una ‘casa della salute’, che sia anche un laboratorio di ricerca e didattica per i futuri medici e gli operatori delle professioni sanitarie, un centro di studio sulla prevenzione e sulla promozione della salute. Può inoltre diventare luogo per la sperimentazione di forme innovative delle cure primarie che vedono protagonisti i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta. In tale quadro ritengo che possano senza dubbio trovare adeguata integrazione anche le iniziative di carattere sociosanitario tese a ridurre le disuguaglianze di salute che porta avanti il Comune in collaborazione con la Asl 8. Una realtà di questo tipo non si chiude all'esterno, ma anzi può aprirsi anche a sinergie con altre iniziative di natura diversa ma complementare, come quelle di carattere storicoculturale, turisticoricreative, per rendere il San Giovanni di Dio una struttura unica ed innovativa”.