Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rivolta contro il botellón «I giovani devono divertirsi ma il prezzo è troppo alto»

Fonte: L'Unione Sarda
20 ottobre 2015

La festa degli universitari ha trasformato viale Sant'Ignazio in una discarica

 


È diventato tanto importante da essersi guadagnato la citazione su Wikipedia: il botellón cagliaritano è uno tra i più famosi in Italia. Difficile, invece, stabilire se sia anche il più sporco. Certo è il fatto che, nella notte tra sabato e domenica, viale Sant'Ignazio sia stata trasformata in una discarica a cielo aperto. Gli operatori comunali sono stati costretti a lavorare sin dall'alba per riportare un po' di decoro in una strada che, per la presenza dell'Anfiteatro, viene percorsa anche da molti turisti.
IL BOTELLÓN “Colpa” di un imprecisato numero di ragazzi, quasi tutti studenti universitari, che hanno dato vita a una festa che, nata in Spagna, si è sparsa rapidamente per tutta l'Europa grazie alla circolazione degli studenti con i progetti di scambio. La logica del botellón è semplice: dal momento che, spesso, gli studenti universitari non hanno grosse quantità di denaro si riuniscono all'aperto, portandosi dietro bevande alcoliche di ogni genere. Certo, l'obiettivo è l'aggregazione. Ma anche lo “sballo alcolico”: le centinaia di bottiglie abbandonate nella strada rappresentano una chiara testimonianza.
LE PROTESTE Ma non solo quelle. Emanuele Frongia, coordinatore provinciale pubblici esercizi Fiepet, la federazione dei pubblici esercizi di Confesercenti, è stato testimone diretto del “post botellón”. «Finito di lavorare», racconta, «ho trovato una ragazza svenuta davanti a casa: è stata rianimata dai medici di un'ambulanza». Frongia ha anche fotografato la situazione di viale Sant'Ignazio. «Ma, sia chiaro», puntualizza, «né io né la nostra federazione è contraria al fatto che i giovani si aggreghino. Tra l'altro, in una città che ha il clima di Cagliari, è normale che ci si incontri nei luoghi aperti. Solo la devastazione lasciata dal botellón non può essere il sacrificio che si deve pagare perché i giovani si divertano». Non l'unica protesta: nel giro di poche ore, ci sono state le reazioni di alcuni politici (Salvatore Sasso Deidda di FdI, Fabrizio Marcello del Pd, tra gli altri) e del consigliere dell'Ersu Gianluigi Piras.
LA PROPOSTA Ma c'è spazio anche per la ricerca di una soluzione. «Se questo è il modo in cui i giovani vogliono divertirsi», riprende Frongia, «allora si è superato il limite dell'accettabilità. Anche se, sia chiaro, non credo che questi ragazzi abbiano deciso scientemente di fare uno sfregio alla città». Come intervenire? «Non certo nascondendo la polvere sotto il tappeto. Forse è il caso di trovare una sede, controllabile, per questi raduni. Un luogo dove ci sia un'ambulanza, i bagni chimici e la possibilità di conferire i rifiuti».
Marcello Cocco