Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

L’energia vigorosa di Steinberg

Fonte: La Nuova Sardegna
17 marzo 2009

MARTEDÌ, 17 MARZO 2009
Pagina 39 - Cultura e Spettacoli

Il grande direttore d’orchestra conquista il Comunale con una volitiva lettura della Sinfonia n.5 di Shostakovic
GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. Con scatto perentorio la bacchetta di Pinchas Steinberg lancia subito l’orchestra in un’agitazione vorticosa. Sono le prime note, a velocità prorompente, dell’ouverture di «Ruslan e Ljudmila» di Glinka. Si è aperto così venerdì il quindicesimo appuntamento con la Stagione concertistica del Lirico. Sotto la guida impeccabile di uno Steinberg in forma smagliante. Gesti chironomici ampi e sicuri, una direzione orchestrale vigorosa, energica, volitiva, ma soprattutto di precisione magistrale.
In cartellone un programma interamente russo. E già dall’attacco del primo brano, il direttore segna quella che sarà la cifra interpretativa di tutta la sua esibizione. Partendo dal lavoro di Michail Glinka, pagina fantasmagorica, gremita di tinte esotiche, fra spunti di folclore tartaro, finnico, persiano, summa di quel melodramma in cinque atti che fu visto come precursore dell’opera russa fiabesca. Steinberg non si risparmia certo nel rimarcare l’effetto virtuosistico, già intrinseco di per sé nella partitura, piena com’è di scene di cavalcate, concitazioni varie da parte di tutte le sezioni strumentali.
Ma chi sta sul podio può ben permetterselo. In nessun caso, neppure nei momenti più densi, l’orchestra perde di chiarezza. Qui sta infatti uno dei maggiori pregi di Steinberg: la compagine avanza nell’esecuzione come un meccanismo perfettamente oliato, tutto procede con assoluta risolutezza, e anche laddove i passaggi siano rapidi e fitti mai viene meno la trasparenza dell’insieme. Affascinante lettura pure quella del «Psalmus Hungaricus» op.13 di Zoltàn Kodàly. A salire sul palco per questo brano anche i due cori del Lirico: quello misto, preparato come sempre da Fulvio Fogliazza, e quello delle voci bianche istruito da Enrico Di Maira. Nel ruolo di solista il tenore Sergey Kunaev, a intonare i versi del Salmo LV detto “di Davide”, testo singolare, messo in musica da un Kodàly non sempre ispiratissimo nell’arco di tale pagina. Mentre ispirata sembra costantemente l’accuratezza che Steinberg pone nella sua interpretazione, mirando ad evocare soprattutto atmosfere ascetiche, quasi sovrumane, ultramondane, giocando sugli sbalzi timbrici che suggeriscono la comunicazione fra dimensioni ben distinte, fra l’umano e il divino.
Strepitosa poi la «Sinfonia n.5 in re minore» op.47 di Dmitrij Shostakovic. In questo capolavoro di sinfonismo Steinberg concentra il meglio della sua esperienza. La cura per i dettagli è quasi maniacale dall’inizio alla fine.
Nel «Moderato» (1º tempo) ritroviamo lo stesso piglio categorico di apertura del concerto; gli archi sono aggressivi e taglienti, i fiati di un nitore penetrante, l’incedere melodico è inarrestabile e maestoso. Nel successivo «Allegretto» trionfa uno humour nero, un sarcasmo di derivazione indubbiamente mahleriana, di cui Steinberg accende i ritmi scalpitanti e febbrili. Squarcio di straziante lirismo, invece, il «Largo» del 3º tempo, ricco di sottilissime sfumature dinamiche.
Dirompente infine l’apoteosi del 4º movimento, esecuzione attenta ma impetuosa e coinvolgente, dove persino le percussioni “cantano” con tutte le altre famiglie strumentali. Uno Steinberg meritatamente applauditissimo.