Raccolta porta a porta, Cagliari ci riprova: dopo il fallimento ecco il nuovo bando
236 milioni di euro per un servizio di sette anni. Il Comune di Cagliari pubblica il nuovo bando per i servizi integrati di igiene urbana: si va dalla raccolta "porta a porta" alle isole ecologiche. Più attenzione alle nuove tecnologie.
CAGLIARI - Revisionato e migliorato, torna in pubblicazione il bando per la gestione dei servizi integrati di igiene urbana per la città di Cagliari. Nelle intenzioni del Comune dovrebbe essere una svolta per la vicenda che aveva portato alla mancata aggiudicazione del precedente appalto. Preso atto dell'impossibilità di far partire il nuovo sistema di raccolta differenziata, l'amministrazione ha aggiornato il progetto tecnico che nasceva da uno studio commissionato nel 2008. "Da allora, infatti, le esigenze e il tessuto urbano della città sono notevolmente cambiate" fa sapere un comunicato della Giunta. Dunque il nuovo bando accoglie e riorganizza elementi che non potevano essere inclusi nella versione che ha mancato il traguardo.
Al rinnovo del progetto ha lavorato, per tutta l'estate, un team riunito dal Servizio Igiene del Suolo. La prossima era della gestione dei rifiuti riguarda le frequenze di raccolta (con attenzione soprattutto alle utenze non domestiche) e la dotazione dei contenitori dedicati alle diverse frazioni, rivisita i circuiti di spazzamento manuale e meccanizzato, riconsidera tempi e modi del lavaggio stradale da eseguire senza vetture in sosta, introduce un più efficace coordinamento con le manutenzioni del verde pubblico.
La revisione si occupa anche di rispondere ai mutamenti nei quartieri cittadini: la creazione di isole ecologiche interrate, seminterrate o fuori terra diventa un supporto per aree con difficile attuazione del “porta a porta”, insieme al potenziamento dell'attività degli ecocentri che allargano l'orario di apertura al pubblico e non chiudono alla domenica. Più spazio viene offerto alle risorse informatiche: si va dai transponder, cioè il codice identificativo nei contenitori per le cinque frazioni di rifiuti (carta, plastica, vetro/lattine, umido, secco residuo) alla possibilità di ingresso nelle isole ecologiche solo con carta identificativa dell'utente, da sistemi evoluti di videosorveglianza alla applicazione per smartphone che raccoglie informazioni e avvisi su misura del profilo selezionato.
Su queste basi potrebbe prendere forma, se venisse deliberato, il passaggio alla tariffa puntuale, ovvero un pagamento del servizio calcolato non sulle superfici dei locali posseduti ma sul peso dell'immondizia prodotta. L'effetto da ottenere sarebbe la disincentivazione per il secco residuo e una premialità per chi conferisce alte quantità di frazioni valorizzabili, con sgravi tariffari o altri bonus. La rimodulazione del progetto da mettere in gara non ha comportato modifiche nel costo complessivo, che anzi ha avuto un lieve ribasso. Nell'arco di sette anni verranno spesi circa 236 milioni di euro.