Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Città in stato d'allerta: «Pronti all'emergenza»

Fonte: L'Unione Sarda
29 settembre 2015

Il sindaco di Cagliari: scuole chiuse per non correre rischi

 

Tutto era pronto per “accogliere” l'apocalisse. Per fronteggiare la massima allerta: 160 millimetri di pioggia in 18 ore. Già dal primo pomeriggio di domenica, Cagliari è in allarme-meteo. Il codice verde diventa rosso, in Comune inizia la corsa, scatta il piano di emergenza: strade pattugliate e scuole chiuse. Tutto inutile? Un'esagerazione da evitare? Il day-after (sotto il sole) è giorno di polemiche: scampato il pericolo, nell'occhio del ciclone ci finisce proprio la macchina organizzativa della prevenzione. «Meglio un giorno di chiusura delle scuole per prudenza che un giorno di lutto cittadino per imprudenza», è quel che pensa il sindaco Massimo Zedda, il primo ad aver firmato l'ordinanza di chiusura degli istituti cittadini, dando il via all'effetto-domino in tutta la provincia. «Davanti a un avviso di criticità elevata per precipitazioni intense della Protezione civile, la prudenza non è mai troppa», avverte, «anzi nelle zone a rischio idrogeologico, abbiamo l'obbligo di chiudere uffici e scuole. Di fronte a un'allerta di quel tipo si mettono in campo tutte le forze necessarie per ridurre al minimo i pericoli».
L'ORGANIZZAZIONE Aspettando il peggio, Cagliari si attrezza. E, «alla luce della tipologia di allerta ricevuta dalla Regione», sottolinea l'assessore alla Protezione civile Anna Paola Loi, «siamo intervenuti approntando le procedure che sono previste dal piano di emergenza e dal piano operativo aggiornato al 2014. Abbiamo attivato subito quattro squadre di emergenza, sgomberando le strade dalle auto in sosta e dai cassonetti. Bisognava evitare affollamenti e situazioni difficili da governare nei posti chiusi». Non appena in via Roma giunge l'Sos della Protezione civile, si riunisce il Coc (Centro operativo comunale), con tutti i dirigenti della polizia municipale attorno al tavolo. L'attenzione è massima per Pirri, zona a rischio idrogeologico: piazza Italia, via Dolianova, via Sinnai, via Toti sono le prime su cui si interviene. Pattuglie di vigili restano di turno dalla mezzanotte di domenica sino a ieri mattina, all'incrocio con via Pisano e nel centro di Pirri. Tutta la città, in particolare l'asse mediano per pericolo-allagamenti, viene monitorata. Sempre a Pirri, chiuso il mercato di Is Bingias, con qualche malumore tra gli operatori.
STUDENTI A CASA Il capitolo scuole (chiusa anche l'Università, dove sono saltate le lauree) è quello che più ha creato disagi ai cittadini. Non tanto per l'informazione (efficace il passaparola sui social network e telefonini) quanto per l'ora tarda in cui è giunta. «La decisione - chiarisce il sindaco - è arrivata durante una riunione del Centro operativo comunale nel pomeriggio inoltrato. Capisco i disagi e mi dispiace per le difficoltà delle famiglie che all'improvviso devono organizzarsi. Ma dopo le morti a Olbia, nel nuorese, a Capoterra la prudenza non è mai troppa». E stavolta gli dà manforte il suo avversario, Giuseppe Farris (FI): «Giusto chiudere le scuole». Qualche genitore protesta, ma non tutti: «Trovare una soluzione alternativa, alle 10 di domenica, per i genitori non è facile», ammette il presidente del consiglio di istituto Colombo, Roland Abimbola, «ma siamo contenti che ci si preoccupi dell'incolumità dei nostri ragazzi. Quel che vorremmo è essere avvisati con più anticipo e previsioni non errate». Il tam-tam, partito dal Comune, ha travolto Direzione provinciale e tutti i capi d'istituto. «Una notte di telefonate, personalmente ho parlato col sindaco», fa sapere Peppino Loddo, preside del Siotto. «Mi preoccupa che l'allerta si stia spostando: che facciamo un altro giorno di vacanza?». Già. L'ultimo avviso della Protezione civile prevede, fino alla mezzanotte di oggi, «allerta gialla»: nulla da temere, sembrerebbe. Ma tra domani e giovedì sembra in arrivo un altro codice rosso.
Carla Raggio