Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Enti locali, derby nel Pd Sassari-Cagliari: tensioni sull'area metropolitana

Fonte: L'Unione Sarda
18 settembre 2015

LO SCONTRO. L'intesa resta lontana, malumori anche negli altri territori

 

Non basta una riunione dei consiglieri regionali per risolvere lo scontro all'interno del Pd sulla riforma degli enti locali. C'è da superare il dualismo tra nord e sud e garantire ai territori più periferici risorse e funzioni per non rimanere isolati. Sensazioni di malessere che cominciano a ribollire un po' in tutta la maggioranza coinvolta in una battaglia territoriale.
LA MEDIAZIONE L'assessore Cristiano Erriu cerca di trovare il collante per «mettere insieme i pezzi di un mosaico delle esigenze di governo metropolitano, zone interne e piccoli Comuni che hanno paura di rimanere isolati». Compito di mediazione anche per il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, chiamato a vegliare sul percorso della riforma ma anche coinvolto nel destino di Sassari. «Stiamo provando ad affinare il testo», spiega, «così da trovare gli equilibri che servono nel territorio».
NORD E SUD Se Cagliari ha lo status di Città metropolitana, Sassari punta almeno ad avere il riconoscimento pieno di Area metropolitana. Su questo aspetto le posizioni dei sassaresi sono molto rigide. Per il sud, invece, si fa largo l'ipotesi di ridurre la Città metropolitana di Cagliari a un'area vasta di 16 Comuni anziché tutti quelli della vecchia provincia. «Sarebbe la situazione ottimale per gestire al meglio i servizi integrati», sottolinea Piero Comandini. Non solo, per il consigliere democratico «alcune competenze delle unioni dei comuni dovrebbero essere in capo alla Regione».
Ridimensionare la Città metropolitana non sarebbe comunque una scelta indolore, perché si pone il problema di decidere il destino del Sulcis, Medio Campidano e della Sardegna sud orientale. Potrebbe nascere una sorta di Provincia monca che aprirebbe, però, altri margini di scontro. Infatti, stessi diritti potrebbe vantare la Gallura: «Se dovesse nascere un nuovo ente nel territorio, fuori dalla città metropolitana», lamenta Giuseppe Meloni, «non vedo perché non possa valere per la Gallura».
«GARANZIE» Le unioni di Comuni, indicate come ente fondamentale della riforma, saranno il riferimento di quei territori lontani dai due poli urbani principali. «È una formula che va bene», sottolinea il Dem ogliastrino Franco Sabatini, «ma dobbiamo ancora discutere su molte questioni». Si tratta principalmente di capire «in che modo potremmo garantire i servizi sul nostro territorio, senza dover dipendere da centri lontani». Significa un rifiuto alla dipendenza da Nuoro. C'è poi da capire come sarà il futuro di territori come Nuoro e Oristano, adesso ancora Province ma destinate a essere cancellate dal Parlamento: «Servono certezze per capire in che modo organizzare i servizi di area vasta», sottolinea Antonio Solinas.
IL CENTROSINISTRA Nella maggioranza comincia a pesare il dualismo nord-sud, colpevole di distogliere l'attenzione dal resto dell'Isola. Il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, parla di un «problema da risolvere per la tutela delle zone interne, soprattutto del Nuorese». Anche in questo caso le perplessità riguardano le competenze, ma soprattutto le risorse per «garantirne la sopravvivenza». Invece Gaetano Ledda, consigliere della Base, rilancia sulla zona franca per i Comuni montani.
Matteo Sau