Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La Giunta prova a fare cassa: in vendita beni per 50 milioni

Fonte: L'Unione Sarda
18 settembre 2015

Erriu: «Il patrimonio è una risorsa». Ma le gare vanno quasi sempre deserte

La Regione è ricchissima ma non riesce a mantenere e curare tutti i suoi beni. Costi esorbitanti, un'infinità di livelli di competenza, roba in affitto, occupata o abbandonata, un caos perfino mettere insieme l'elenco completo. Palazzi e appartamenti, foreste, orti e frutteti, negozi e posti barca, chiese, fortezze, ferrovie, isole, alberghi. La Regione è proprietaria di migliaia di immobili in ogni angolo della Sardegna, un patrimonio che vale 800 milioni di euro e produce pochissimo reddito, sul quale spende 4 milioni l'anno soltanto di imposte, in alcuni casi conservato (e utilizzato) come si deve, molto spesso in condizioni pietose, in parte intangibile e inestimabile per il suo valore naturalistico o culturale, in parte invece vendibile.
Ora sul mercato c'è un pacchetto di “occasioni” da circa 50 milioni: tre bandi diversi, più un altro della Sigma Invest in liquidazione, per cercare di cedere a privati una prima tranche, dentro un grande progetto «di gestione, valorizzazione e dismissione del patrimonio».
Diciamolo subito, ci provano tutti, governi e giunte di sinistra e di destra, fanno annunci di probabili futuri incassi a sei/nove zeri e iscrivono la posta in bilancio. Poi purtroppo le vendite sono minime o nulle. Secondo la Corte dei conti negli ultimi 10 anni complessivamente le dismissioni di immobili degli enti alle aste pubbliche sono scese in picchiata: dal 60% al 17%.
L'operazione “In Paris”, inserita nel Programma di sviluppo 2014-2019 approvato dal Consiglio regionale, è condotta dall'assessore degli enti locali, finanze e urbanistica Cristiano Erriu. Spiega che «l'obiettivo è fare cassa, il patrimonio deve creare valore aggiunto e diventare un canale alternativo per il finanziamento delle politiche regionali». Non solo: bisogna pure «disfarci di pezzi che non ci servono, abbandonati, costosi, andare incontro ai Comuni, consegnando beni per progetti sociali, e creare posti di lavoro». Così è in preparazione un disegno di legge che conterrà nuove regole (di aggiornamento alla 35 del '95 sull'alienazione dei beni pubblici), con in più un'azione per assegnare terreni a vocazione agricolo-turistica a giovani imprenditori. Ma il provvedimento non vedrà la luce prima di un annetto, se andrà bene, e anche la distribuzione delle terre ai novelli contadini resta per ora un sogno.
Comunque ci sono i bandi, in scadenza a fine mese e a ottobre, pubblicizzati sul sito della Regione (ma per trovarli bisogna sapere che esistono e andare a cercarli) sui quotidiani regionali e su uno nazionale. Vendonsi: un gioiellino come lo spazio espositivo dell'Isola a Porto Cervo, poi abitazioni e uffici in molte vie centrali cagliaritane, il vecchio autoparco Ersat nel rione San Bartolomeo vicino al Poetto, l'alloggio del comandante dell'ex deposito dell'Aeronautica militare a Monte Urpinu, il grande complesso dove stava il carcere minorile sul mare a Giorgino, un agriturismo e un oliveto in provincia di Sassari.
Il rischio però è che le gare vadano deserte. Succede, è già successo, molti dei beni in vendita oggi sono stati proposti in passato e nessuno li ha voluti, e di bando in bando il prezzo base (stabilito dall'Agenzia delle Entrate) è sceso. Prendiamo ad esempio il caso della gara per i beni immobili e i contratti di ormeggio a Porto Ottiolu della Sigma Invest spa (100% della Regione in liquidazione da una decina d'anni), fallita la prima ad aprile 2012, fallita la seconda a maggio 2013, fallita la terzo a febbraio 2014, ora al quarto tentativo (scaduto pochi giorni fa, l'esito si conoscerà la settimana prossima) con una riduzione dei prezzi a base d'asta del 20 per cento a ogni step.
«Non sono né ottimista né pessimista sull'esito dell'iniziativa», ammette Erriu, «vedo un settore immobiliare paralizzato dalla crisi. Comunque, anche la vendita di una piccola percentuale sarebbe importante, noi andiamo avanti, sulla scia delle dismissioni avviate dallo Stato».
Il fatto è che in questo momento gli unici o quasi che stanno facendo shopping immobiliare nel mondo, in Italia (e in Sardegna) sono gli emiri del Qatar e se veramente si vuole vendere, fuori da logiche di campanile (e qui molti stanno già gridando allo scandalo) si sarebbe dovuto organizzare un road show, una serie di incontri con i principali players per presentare i bandi e il calendario delle dismissioni.
Secondo Giacomo Vaciago, economista, tra il '96 e il '98 alla guida della commissione del ministero delle Finanze per la dismissione degli immobili, il segreto è all'incirca il seguente: «Parlare inglese e rivolgersi ai mercati internazionali, e soprattutto uscire dalla logica della burocratizzazione».
Cristina Cossu