Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ecco quanto vale un caffè vista mare

Fonte: L'Unione Sarda
16 settembre 2015

POETTO. Confcommercio: «È il mercato che decide». Adiconsum: «Buon segno, non c'è cartello»

Stessa spiaggia, prezzo diverso: le oscillazioni di baretto in baretto Uno dei tratti più caratterizzanti del nuovo lungomare Poetto è l'uniformità dei baretti: i vecchi chioschi uno diverso dall'altro per tipologia, forma, colore e qualità urbanistica, sono quasi un ricordo (sopravvive, per ora, lo stabilimento balneare Emerson: quattro mesi fa, dopo una sentenza del Consiglio di Stato, l'ufficio Edilizia privata del Comune ha firmato un'ordinanza di demolizione ma l'azienda ha fatto ricorso in Cassazione e ci vorrà del tempo, spiega il titolare Alessandro Murgia). I nuovi sono identici l'uno all'altro: stessa pianta, stesso orientamento con la veranda verso il mare, stessi materiali, stesso colore. A cambiare sono solo i nomi e i prezzi.
IL RILEVAMENTO L'Unione Sarda lo ha verificato ieri, prendendo come campione uno degli articoli più amati da cagliaritani e turisti: la tazzina di caffè, minimo comune denominatore di ogni menu , unità di misura del consumo da spiaggia. Le oscillazioni non sono mostruose: si va da 1 euro a 1,20. Una monetina di differenza, ma pur sempre il 20 per cento.
Il rilevamento è stato fatto sul costo della tazzina da asporto: i baretti, dalla prima fermata all'Ottagono, sono 18, e ingurgitare altrettante tazzine di caffè nell'arco di qualche ora sarebbe stato sconsigliabile per la salute del cronista. Tutte le tazzine sono state ordinate al tavolino. In questo modo, certo, nell'oscillazione rientra il costo del bicchierino termico, che alcuni locali fanno pagare e altri no.
SUPPLEMENTO SERVIZIO Non rientra nei prezzi rilevati, invece, il supplemento per il servizio, anche questo non da tutti applicato e, se sì, con indicazione a parte sullo scontrino e percentuali diverse: 10 per cento (Sesta Area, Aramacao, Capolinea), 15 per cento (Emerson), 50 centesimi per il coperto (Mirage).
BERTOLOTTI A cosa sono dovute le differenze? «Ci sono tanti fattori», spiega il presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti: «Per esempio, la qualità dell'offerta relativa alle attività di intrattenimento, come la musica dal vivo. O la consapevolezza che un imprenditore ha della professionalità del proprio personale, del costo dell'attività di formazione o di selezione; il fatto che il personale indossi infradito e jeans strappati oppure una divisa, di minore o maggior pregio». A proposito di qualità del personale: quando il cronista, dopo aver visitato il Palm Beach, Quarta fermata, si è reso conto di aver perso una banconota da 10 euro ed è tornato nel locale a chiedere se i camerieri l'avessero per caso ritrovata, questa gli è stata restituita senza esitazione e con un sorriso. Onestà e cortesia.
«Incide, ovviamente, il costo della materia prima», prosegue Bertolotti: «Ci sono marche e marche di caffè, la stessa porzione di macinato può variare dai 15 ai 37 centesimi. Poi conta la posizione: la Prima fermata è più attrattiva della Settima». Sta alla capacità dell'imprenditore azzeccare i prezzi giusti per il tipo di proposta: clientela giovane o di mezza età, avventori attenti alle tendenze o pacati consumatori senza troppe pretese? Percorrendo l'arenile, ci si imbatte in baretti che propongono un buon sottofondo musicale con impianti audio di qualità, altri (pochi) che puntano sul silenzio, altri ancora sul maxi schermo, magari sintonizzato sul canale satellitare di una radio. Anche questi sono modi di differenziare la propria offerta. «Conta quanto ogni imprenditore può essere attrattivo», sintetizza il presidente di Confcommercio. Stesso discorso per la scelta di far pagare o meno il contenitore da asporto o il servizio. «Sono scelte», conclude Bertolotti: «È il mercato che decide quale azienda premiare».
GIRAU E le associazioni di tutela del consumatore che ne dicono? Simone Girau, responsabile provinciale dell'Adiconsum è tutt'altro che scandalizzato: «La differenza dei prezzi è una normale legge di mercato. Semmai sarebbe stato grave il contrario: se tutti i locali proponessero lo stesso prezzo, magari elevato, saremmo stati in presenza di un accordo di cartello. Naturalmente, il consumatore ha diritto alla massima chiarezza e trasparenza: i prezzi devono essere esposti in evidenza. Devo sapere in partenza quanto pagherò ciò che sto ordinando». I listini, a dire il vero, non erano immediatamente visibili in tutti i locali. E due, su diciotto, hanno rilasciato lo scontrino solo dopo esplicita richiesta: ma questa è un'altra storia.
Marco Noce