Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ma di chi è l'ex asilo pignorato?

Fonte: L'Unione Sarda
15 settembre 2015

VIA BAYLLE.

Così la Fondazione che gestiva l'istituto divenne persona giuridica privata

I dubbi della Soprintendenza, oggi la risposta del Comune

Com'è possibile che un edificio storico appartenuto per un secolo e mezzo al Comune sia stato pignorato e rischi di essere messo in vendita? È ciò che la Soprintendenza ai beni culturali ha domandato dieci giorni fa all'amministrazione municipale: la risposta dovrebbe arrivare oggi.
Uno scambio di carte decisivo, per le sorti della sede dell'ex asilo Marina e Stampace che, gestito dalle suore vincenziane, nei decenni più duri, tra fine Ottocento e il secondo Dopoguerra, ha rappresentato un punto di riferimento per i bambini più poveri della città (i piccioccus de crobi ) grazie all'opera di religiose come la beata Giuseppina Nicoli e suor Teresa Tambelli.
L'asilo, ospitato in un edificio realizzato sull'antico chiostro rinascimentale della chiesa di Sant'Agostino, tra via Baylle e il largo Carlo Felice, ha chiuso i battenti due anni fa travolto da una crisi comune a diversi istituti paritari. La fondazione Asilo Marina e Stampace, che lo gestiva, presieduta da Marinella Salaris, moglie dell'ex assessore regionale Giorgio La Spisa, ha lasciato stipendi non pagati per 237 mila euro nei confronti di otto ex dipendenti. Queste ultime si sono rivolte allo studio legale di Francesca Aramu e Daniela Fois. Le avvocate, per recuperare quella somma, si sono rivalse su quello che definiscono «l'unico patrimonio aggredibile della Fondazione». Cioè lo stabile.
Il nodo cruciale è il passaggio di proprietà dal Comune alla Fondazione. Di quest'ultima si sa per certo che ha cambiato natura il 19 dicembre 2012: fino al giorno prima era un'istituzione pubblica, da quel momento in poi, in base alla determinazione numero 1.517 della Presidenza della Regione (direzione generale della presidenza - servizio affari istituzionali e segreteria di giunta) acquisisce «la personalità giuridica di diritto privato» e viene iscritta «al n. 199 del Registro regionale delle persone giuridiche». Un passaggio di cui le ex dipendenti dicono di non essere state informate.
Nei giorni scorsi l'architetto Stefano Montinari, referente della Soprintendenza per il patrimonio culturale dei quartieri del centro storico, ha ricordato che quando la proprietà di un bene che può avere valore culturale passa da pubblico a privato è necessario informarne preventivamente la Soprintendenza: «E noi non siamo stati informati». Se così fosse, sarebbe stato saltato un passaggio importante e l'ente potrebbe decidere di intervenire a tutela del bene.
Anche la Prefettura attende notizie.
La settimana scorsa, nel tentativo di scongiurare la vendita del vecchio chiostro, il rettore della chiesa di Sant'Agostino, don Vincenzo Fois, 81 anni, ha cominciato ad abbattere il muro che separa l'edificio dalla sagrestia.
Marco Noce