Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

A lezione di solidarietà I migranti accolgono gli studenti del ginnasio

Fonte: L'Unione Sarda
15 settembre 2015

Iniziativa del liceo classico Siotto per il primo giorno di scuola 

Sono fuggiti dall'Africa, dalla loro terra. Scappati dalla fame, dalla guerra. Portando stretto, nei loro barchini carichi di umanità disperata, il sogno della libertà. Ce l'hanno fatta: almeno loro. Lasciandosi dietro il Mali, il Paese martoriato.
Seduti al fianco degli studenti del liceo classico Siotto Pintor, hanno ascoltato la solidarietà, le parole che invocano fratellanza, giustizia. L'idea di humanitas, per dirla con gli antichi, ripresa da Peppino Loddo, il dirigente della scuola di viale Trento che ieri, per i nuovi iscritti al ginnasio, ha voluto un'accoglienza speciale.
L'IDEA «Questa è una scuola pubblica - ha detto Loddo - una scuola della Repubblica informata ai valori della democrazia, della costituzione. Gli articoli 2, 10 e 11 parlano chiaro, parlano di diritti inviolabili dell'uomo, di diritto d'asilo, di pace, di solidarietà tra i popoli. E questa è una scuola dove il suo stesso documento fondamentale dice le stesse cose. Questa è una scuola nata per accogliere e dunque, mentre riceve i propri studenti, le loro famiglie, non poteva non mandare un messaggio di accoglienza in termini più generale». Parole per spiegare l'iniziativa ma anche risposte «alle strumentalizzazioni che già circolano».
Il riferimento è per le contestazioni del comitato “Noi con Salvini” a cui, ieri mattina, si sono aggiunte quelle di un gruppo di studenti vicini a Casa Pound («Caro preside, troviamo fuori luogo l'iniziativa che influenzerà il parere dei più giovani di noi, questo modus operandi va sotto il nome di plagio») e del coordinatore di Fdi-An, Salvatore Deidda («Quella di Loddo è un'iniziativa intrisa di retorica buonista»).
LE TESTIMONIANZE In viale Trento, loro, i migranti, si raccontano. Parla Mamadou Coulibaly a nome di tutti. Storie analoghe nella loro diversità, unite dalla disperata voglia di rinascere, così simili nei momenti terribili della traversata in mare verso la speranza. Giovani africani tra i giovani sardi più fortunati che inizieranno un viaggio, quello della scuola, di certo meno drammatico.
LE ASSOCIAZIONI All'esordio, nel giorno del primo trillo di campanella, nell'affollata Aula Magna del Siotto, i rappresentanti della Caritas Diocesana, di Emergency Sardegna, della Croce Rossa Italiana, il dirigente scolastico regionale Francesco Feliziani. Alessandro Cao, che della Caritas è un operatore, ricorda i numeri dell'esodo. «Se facciamo riferimento alla Siria, su una popolazione di 11 milioni di persone già quattro milioni e mezzo sono scappate. Per l'Africa le cifre sono senza fine. Noi come Caritas ospitiamo duecento ragazzi, giovanissimi costretti a prendere un barchino per raggiungere l'Italia. Sappiamo quanti ne sono arrivati, 190 mila solo nel 2015, ma non conosciamo i numeri della tragedia immane, non sappiamo quanti siano i migranti morti nel deserto, in mare».
IL SILENZIO Gli immigrati ascoltano in silenzio. Quelle storie, per loro, non sono racconti d'altri, esperienze lontane. Seduti in platea, prestano orecchio alle loro stesse storie narrate da voci fuori campo. Mentre “Imagine” di John Lennon fa da colonna sonora appropriata (... imagine there's no countries... immagina non ci siano paesi, non è difficile, niente per cui uccidere e morire… ) alle immagini che scorrono sullo schermo.
Vassiliki Orrù e la rappresentante dei genitori al liceo Siotto. È lei a lanciare una proposta perché l'idea di humanitas ricordata dal preside Peppino Loddo prenda corpo. «Sia la scuola ad accogliere i migranti».
Andrea Piras