Rassegna Stampa

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Tre più Cagliari città metropolitana, le Province restano

Fonte: web cagliaripad.it
11 settembre 2015

 

 


Ansa News

 

Di Province ne rimarranno soltanto tre. Una, quella di Cagliari prima della moltiplicazione degli enti, si trasformerà in città metropolitana con un'estensione pari a quella di Torino e suddivisa in zone omogenee. Saranno svuotate di tutte le competenze che non rientrino nelle tre funzioni che saranno chiamate a svolgere nel futuro, in attesa della riforma costituzionale dello Statuto sardo che le cancelli: ambiente, scuola superiori e strade provinciali. Gli altri servizi - e con loro il personale che oggi li segue - passeranno ai Comuni e alle Unioni dei Comuni, che avranno personalità giuridica. Unica eccezione per il lavoro che andrà in capo alla Regione. La riforma degli enti locali accelera dopo il vertice di maggioranza di ieri sera: entro il 20 settembre si riprende il lavoro in commissione Autonomia direttamente sul testo della legge per arrivare entro i primi di ottobre in Aula.
Il presidente del parlamentino Francesco Agus (Sel) tende una mano alle opposizioni conscio che qualsiasi riforma debba avere un'ampia condivisione, "ma non si può non legiferare o legiferare male perché i rischi sono elevati: lasciare a terra 2.500 lavoratori e incorrere nelle sanzioni dell'ultimo Dl Enti locali che fissa al 30 ottobre il termine ultimo per le Regioni affinché approvino una legge sulle competenze delle Province".
In Commissione si stravolgerà il testo della Giunta, che inizialmente prevedeva anche le associazioni delle Unioni dei Comuni - che spariranno - ma gli emendamenti già circolati in bozza devono essere ancora limati. E' certo il depotenziamento delle Province, sul quale ha lavorato in questi mesi un osservatorio composto dagli stesi enti intermedi, dall'Anci e dall'assessorato degli Enti locali, e l'allargamento alle Unioni della quota fissa del 40% del Fondo unico enti locali, che oggi va solo ai Comuni.
Nel vertice non si sono toccati altri argomenti, ma nei corridoi del Consiglio si ricomincia a parlare di rimpasto, anche dopo che gli equilibri interni della maggioranza di centrosinistra sono stati modificati dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha fatto entrare nell'Assemblea legislativa due esponenti dell'Upc e uno del Partito dei Sardi.
Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, già nel conclave di Sanluri aveva rilanciato sulla necessità di mettere mano alla riforma della legge 1 che definisce le competenze e il numero degli assessorati, prima di pensare ai nomi e ora, alla ripresa delle attività, la riforma degli enti locali potrebbe incrociarsi con quella della macchina regionale. In ballo non solo un valzer di poltrone, ma il numero stesso di posti disponibili che da 13 potrebbero passare a 10, compreso il governatore.