Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Salvate l'uomo, patrimonio dell'umanità»

Fonte: L'Unione Sarda
3 settembre 2015

Marina Cafè Noir L'incontro stasera al Giardino sotto le mura. Venerdì il seminario Agosti:

 H a trascorso la vita - la definizione gli appartiene - a esaminare la condizione umana, sino a giungere alla conclusione che è sottovalutata e «oppressa da qualsiasi forma di potere e reggenza» del pianeta. Per questo da anni chiede che l'Unesco inserisca l'uomo «massimo capolavoro della natura», tra i beni del suo Patrimonio. Lo ha fatto soprattutto con la forza e le possibilità dell'arte che interpreta in maniera anticonformista. Silvano Agosti (Brescia, 1938), regista, sceneggiatore, scrittore e poeta, stasera (ore 19, al Giardino sotto le mura) sarà a Cagliari, ospite di Marina Cafè Noir, per presentare coi coautori Beppe Costa e Leonardo Onida, “Gli alberi non scrivono poesie”. Il libro, con testi tradotti in inglese e sardo, rafforza il legame con l'Isola. Nel 2008 Agosti ha vinto il premio Grazia Deledda.

Quale funzione sociale svolge la poesia?
«Bertolt Brecht sosteneva che in tempo di guerra, anche la poesia è un crimine. Sul pianeta sono in corso 240 conflitti. C'è chi, come me, crede più importante, piuttosto che scatenare guerre, favorire incontri poetici. Alle cannonate contrappongo versi. Trovo ancora molto rappresentativa la foto del giovane disarmato che, in piazza Tienanmen a Pechino, si parò davanti ai carri armati e li fermò. Grazie al mio essere poeta, poi, ho svelato la truffa di cui siamo vittime da millenni: il potere serve solo per difendere i privilegi di pochi».
A Cagliari terrà il seminario “Dall'impotenza alla creatività” (venerdì, 16 e 30) che si propone come lezione sull'esistenza. Cosa serve all'uomo per essere felice?
«Con migliaia di bambini che ogni giorno muoiono di fame, davanti a un milione e mezzo di tonnellate di cibi buoni che vengono quotidianamente distrutti perché indegni di finire nei supermercati, come si fa a pensare di essere felici? Si può solo ambire alla serenità».
Quali consigli per raggiungere questa condizione?
«Sulla mia pagina Facebook ne do sette».
Il primo è quello di salutare con affetto ogni persona incroci il proprio sguardo. Suggerisce anche di non lavorare per più di 3 ore al giorno.
«Il lavoro è per l'uomo come un guinzaglio per l'animale. L'uomo è nato per vivere non per lavorare. Gli Stati del mondo sono in passivo per questa ragione: la gente lavora e non produce nulla perché si vendica del fatto che viene costretta a farlo. Chi prima vive e poi lavora, produce il triplo perché appagato. Basterebbe il buon senso, ma non appartiene ai vostri governanti istupiditi dai privilegi. Chi guida uno Stato dovrebbe fare volontariato. Così governerebbe bene».
Ha incoraggiato il progetto di Grillo e nel 2013 ha applaudito al successo elettorale.
«Il popolo allora è entrato in Parlamento, ma il Parlamento non è entrato nel popolo. Finché al comando della nave ci saranno sordi, muti e ciechi non si saprà mai dove stiamo andando. Ci vogliono persone semplici che vanno lì per passione. In Italia ci sono 5 milioni di giovani che fanno volontariato ma nessuno ne parla».
Le istituzioni hanno prodotto il fallimento della politica. Cosa pensa della religione?
«È un ulteriore gradino verso l'evoluzione umana. Non avendo supporto umano non attecchisce. È come il seme buttato sull'asfalto. La religione sarebbe altrimenti l'evidenziazione di ciò che di divino c'è nell'uomo. Ma se ci sono solo ragionieri, impiegati e operai, dov'è l'uomo?».
Viviamo dunque in Stati liberticidi, dove l'individuo non può dare risposte ai propri desideri e bisogni.
«Si deve costruire una realtà sociale in cui gli immensi profitti vengano usati per dare cibo e casa - bisogni fondamentali - a tutti. Per soddisfare 7 miliardi di persone, basta il 10 per cento delle spese militari».
Il seminario di Silvano Agosti a Cagliari è una speciale anteprima, nata dal gemellaggio con Marina Cafè noir, del festival “Ottobreinpoesia”, che si svolgerà a Sassari.
Manuela Arca